giovedì 19 novembre 2015

Attentati di Parigi (3) : "Mio figlio il fanatico", un film ancora attuale

Già nel 1997 mi capitò di vedere al cinema "Mio figlio il fanatico", un film che parlava degli islamici che vivono a Londra e che rispecchia perfettamente ciò che sta avvenendo anche nelle periferie di Parigi.

Parvez è un padre di famiglia. E' nato in Pakistan e vive da parecchi anni a Londra, ha una moglie Pachistana come lui.

E' totalmente integrato nella vita locale, ha tanti amici, vive serenamente, si gode la vita. Il figlio Farid va ancora a scuola, è cresciuto in Inghilterra,  ha una ragazza inglese di vecchia generazione. Ad un certo punto abbandona gli atteggiamenti da normale ragazzo occidentale, si sbarazza di tutte le cose frivole proprie dell'adolescenza, poster, riviste, chitarra, si rade i capelli e si chiude in sè stesso.

Parvez all'inizio pensa che il cambiamento del figlio sia dovuto alla droga, poi, si rende conto che Farid frequenta degli estremisti e addirittura si ritrova un santone in casa che istruisce giovani musulmani all'estremismo.

Il santone inizia a predicare contro la prostituzione e il gruppo organizza un pestaggio proprio ai danni di una prostituta, che ha per amico proprio Parvez.

La pellicola è tratta da un libro di Hanef Kureishi. Il contrasto è solo apparente: i vecchi dovrebbero essere più conservatori e i giovani più moderni. In questo caso il figlio è l'estremista e il padre è tollerante e aperto verso il mondo. Questo però è anche comprensibile: i giovani sono più portati verso sentimenti forti, estremi, nonchè visioni della vita più nette e meno sfaccettate. Con l'esperienza, spesso, l'animo diventa più tollerante perchè si è più capaci di vedere l'altro lato della medaglia.

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