venerdì 19 giugno 2015

Andrea D'Emilio negli inferi della Biblioteca Provinciale


Andrea D'Emilio, docente abilitato di filosofia e storia, ha promosso l'installazione e il restauro di monumenti, l'apposizione di targhe commemorative, il recupero di spazi pubblici, spesso a proprie spese, dando una sferzata di consapevolezza civica ad una città che ne ha bisogno come Pescara.

Il miglioramento dei servizi della Biblioteca Provinciale del capoluogo adriatico è uno dei suoi maggiori impegni, in qualità di semplice cittadino.

La discesa nel regno del dio Ade si accompagna ad una dura reprimenda indirizzata ai vertici della Provincia e alla cittadinanza che vive nell'ignavia.

Il Pescara ai play off: una grande esperienza umana e calcistica

Pubblicato su forzapescara.com

A volte ci sono alcune piccole cose che ci danno molta gioia, e ci sorprendiamo che basti così poco a ritrovare l'armonia e la voglia di stare insieme.

Per qualche settimana, durante il periodo intercorrente tra l'ultima partita della stagione regolare e la finale play off, i Pescaresi si sono sentiti veramente uniti.

Il collante è stata una passione sportiva che si è risvegliata improvvisamente e ha coinvolto quasi tutti, perfino coloro che non si intendono di calcio.

Il motivo è semplice: Pescara è stata vicina ad un salto di qualità nella sua immagine, sfiorando un nuovo approdo all'Olimpo del calcio.

Finalmente in città si è avuto un pretesto per gioire, per sperare, per godere insieme di una avventura.

E' difficile descrivere quello che è successo.

Dopo la prestazione convincente col Livorno che ci ha fatto approdare ai play off, in tanti hanno affrontato le loro personali vicende quotidiane con una gioia di fondo, una piccola speranza e una certezza che li faceva stare bene: la loro squadra del cuore stava giocando bene e lottava alla grande per la vittoria degli spareggi per la serie A, cosa impensabile fino a pochi giorni prima.

L'energia positiva si è diffusa a macchia d'olio dopo l'ulteriore, difficile vittoria in terra umbra ai danni del Perugia, dove i biancazzurri hanno espresso un calcio d'alto livello.

Il calcio non sempre è terra di scontro. Ti incontri con altre persone a seguire la partita in un bar e si fa il tifo insieme, stringendo amicizia. Ulteriore gioia e armonia sono state portate dalle due partite di semifinale col Vicenza:  le due tifoserie sono gemellate da tanti anni, si esce assieme, si va a cena, i tifosi si ospitano l'uno a casa dell'altro, in occasione delle trasferte.

Poi c'è stato il Bologna, che si è difeso bene e che ha strappato due pareggi con i quali è andato in serie A.

I nostri giocatori sono stati sfortunati, si pensi ai due pali (uno all'andata e uno al ritorno) che ci hanno negato la vittoria. Melchiorri e compagni hanno messo sotto la blasonata compagine rossoblu, facendosi onore.

Hanno però pagato qualche dormita di troppo durante il campionato e la settima posizione in classifica, che, con il pareggio, ha permesso al Bologna (terzo in classifica) di esultare, anche se non ci  ha battuti e sostanzialmente ha giocato peggio.

Pazienza, i nostri tifosi non se la sono presa troppo e hanno celebrato, insieme al sito forzapescara.com, una festa sul lungomare, nei pressi della fontana-monumento Nave di Cascella, in onore dei giocatori e del mister. Foto, autografi e abbracci insieme ai propri beniamini. Un entusiasmo mai visto per una sconfitta (che poi tanto sconfitta non era, visti i due pareggi).

E' vero, alcuni tifosi hanno scritto qualche insulto sul sito della nazionale Islandese che si è presa Bjarnason proprio in concomitanza con la finale di ritorno col Bologna.

E' anche vero però che si trattava di sfottò divertenti, scritti in dialetto, che qualche sito internazionale è riuscito a tradurre e che quindi saranno stati compresi, in un secondo momento, dagli Islandesi.

"Vi uccidiamo le pecore e le facciamo lesse sopra i geyser", "Per molto meno abbiamo annesso il Molise", "Non conoscete nemmeno cos'è il timballo, dove andate"? Sono tutto sommato epiteti divertenti e probabilmente innocui, la cui ironia sottolinea il fatto che i tifosi sono contenti anche dopo la sconfitta.

Ora c'è Mister Oddo, che è stato preferito a Zeman dopo le ottime sei partite in cui è stato allenatore. Il Boemo ha snobbato Pescara per due anni, andando prima a Roma e poi a Cagliari. Il presidente del Delfino ha cercato inutilmente di convincerlo a restare e a tornare, in reiterate occasioni.  Tre giorni fa il noto allenatore diceva di voler venire a Pescara, con cui un mese prima c'era stato un contatto. Ora è lui ad essere snobbato e ad essere messo in secondo piano da un tecnico Pescarese, giovane e promettente. Chi la fa l'aspetti. Zeman allenerà il Lugano, neopromosso nella serie A Svizzera.

Noi ci teniamo Massimo Oddo e siamo fiduciosi.

La società infatti ha dato prova di saper sostituire validamente i pezzi pregiati che vanno via e di scoprire molti giocatori validi.

Con questo bravo allenatore, con la dirigenza che sta lavorando bene, con lo spirito vincente che ha acquisito il collettivo dei giocatori e infine con il ritrovato entusiasmo in città, c'è da essere ottimisti per l'anno prossimo e si può puntare ad arrivare primi nel prossimo campionato di serie B.

Andrea Russo

mercoledì 17 giugno 2015

Tsipras, non si tratta con il carceriere



Alexis Tsipras ha aperto uno scenario interessante per la tetra politica europea, soprattutto nell'ottica dei popoli dell'eurozona, che necessitano di uno Spartaco che rompa le loro catene.

Sebbene il primo ministro greco non abbia nè i muscoli nè il coraggio guerriero dello schiavo Trace, egli può svolgere un ruolo di ariete per rompere il muro di ipocrisia e di arroganza di una istituzione, l'Unione Europea, non legittimata dal consenso popolare, ma solo dalla miopia e dalla corruzione dei capi delle nazioni aderenti.

Se infatti si è voluto procedere all'unificazione degli Stati nonostante referendum con esito contrario e nonostante in paesi come l'Italia nemmeno sia stato chiesto il parere della popolazione, la situazione è questa: Francia e Germania vogliono decidere per gli altri e con la Grecia trattano loro, come se l'Italia non fosse creditrice di decine di miliardi di euro presso lo Stato ellenico.

La summa di questo atteggiamento è: decidiamo noi al posto tuo, poi forse faremo nuovi prestiti alla Grecia tu Italia devi solo aprire il borsellino e stare zitta.

Nel frattempo il signor Schaeuble, ministro delle finanze tedesco, lancia strali, ammonimenti e molto altro agli altri paesi europei pur non avendone il titolo. 

Non mi risulta che i suoi omologhi Francesi, Italiani e Spagnoli facciano lo stesso. Giustamente, rappresentano soltanto il loro paese e stanno al loro posto.

Tsipras non ha accettato le condizioni imposte da Bruxelles, che farebbero far precipitare ancora di più l'economia Greca nel baratro.

La Germania, il Fondo Monetario Internazionale e le banche sono coloro che hanno spinto la Grecia a indebitarsi artificialmente, sebbene non ne avesse bisogno, includendo negli accordi vendite di armi di cui i Tedeschi volevano sbarazzarsi perchè obsolete.

Ora fanno la voce grossa, ma sanno che Tsipras ha il coltello dalla parte del manico. Il presidente Greco è come uno schiavo che ha rotto una catena e ha un pugnale in mano, mentre il suo padrone è disarmato.

Non gli resta altro che dire al suo aguzzino di spostarsi, aprire la porta e fuggire verso la libertà.

La Grecia è uno stato ancora sovrano, che può decidere se liberarsi o meno dalla dittatura finanziaria. Potrebbe benissimo decidere di tornare a battere moneta, non pagare i debiti e non succederebbe nulla.

Lo ha fatto ad esempio l'insignificante Ecuador, che non ha pagato le sue pendenze con stati e banche enormemente più potenti.

Una nazione non è come un individuo: non le arriva l'ufficiale giudiziario a casa se non paga i debiti con la finanza, che spesso sono ingiusti e stipulati tra politici corrotti che svendono il loro paese e affaristi senza scrupoli.

In poche parole, Tsipras può, con un atto unilaterale, dire ai creditori: kalispera, bye bye, pago i debiti se e quando ne ho voglia.

Non avverrà nessun cataclisma, nessuno invaderà militarmente la sua penisola, nessun rapporto dipolmatico sarà gravemente compromesso.

Per quanto riguarda l'economia interna, i costi delle importazioni aumenteranno, col ritorno alla dracma, ma il governo avrà tutti i poteri per tenere la situazione sotto controllo.

Potrà ad esempio, sostenere i salari, aumentandoli e distribuendo le risorse in maniera equa.

Se anche qualche banca dovesse avere dei problemi, lo stato Greco avrebbe la facoltà di nazionalizzarla o di erogare prestiti con una progressiva restituzione del dovuto, senza rischi per i correntisti.

Potrà inoltre abbassare le tasse, rendendo il suo territorio attrattivo per gli investimenti stranieri. Industrie, società di servizi e molti tipi di attività economiche aprirebbero della attività in Grecia, rendendola ricca e ne farebbero probabilmente un paese industriale.

Altro che paese povero basato sul turismo a prezzi stracciati.

Altro che contrasti internazionali derivanti dall'uscita dall'euro, dal ripudio o dal dilazionamento del debito: sarebbero gli stessi imprenditori tedeschi a chiedere al proprio governo di allentare qualsiasi tipo di tensione diplomatica, allettati dalle opportunità di business di una Grecia a bassa tassazione, con manodopera a basso costo, visto il basso valore della dracma.

Inoltre una cosa è certa: se la Grecia viene messa in condizione di rifiorire e di riprendersi economicamente, essa può pagare i debiti in futuro.

Se si deprime ancora di più la capacità di spesa dei cittadini, tagliando le pensioni, imponendo altre tasse, tagliando servizi essenziali (come vuole la Troika) l'economia ellenica collasserà definitivamente, lo stato greco avrà minore gettito fiscale e il debito non sarà mai pagabile, nè totalmente, nè parzialmente.

Il problema del debito dunque non esiste: Alexis Tsipras e il suo collega economista Varoufakis hanno il coltello dalla parte del manico e possono far prosperare il paese togliendolo dall'ingerenza degli altri stati nella sua politica interna e nel suo tessuto produttivo.

L'uscita della Grecia dall'euro, la sua ritrovata sovranità, la sua decisione di tenere testa a banche ed Ue decidendo autonomamente sul debito, potrebbe creare un precedente importante che avrebbe effetti benefici sull'Italia e gli altri paesi "euro".

Altri prenderanno esempio, il giocattolo si romperà, si tornerà alle autonomie nazionali, l'insensata austerity imposta da Berlino e Bruxelles cesserà di esistere.

Il punto ora è un altro: i carcerieri per ingannare lo schiavo, gli dicono: se esci e ti liberi avverrà una catastrofe, vivrai nella povertà, morirai di fame...

E infatti Ue e Troika dicono: se uscite dall'euro, Italiani e Greci, i tassi sui mutui andranno alle stelle, ci sarà iperinflazione, le banche andranno in fallimento, ci sarà la corsa agli sportelli delle banche per ritirare i soldi....

Vogliono governarci con la paura, per non renderci liberi: il discorso vale per noi, per i Greci , per gli Spagnoli e presto se ne renderanno conto i tedeschi stessi (intesi come popolo, non come governanti).

Sono solo paure senza fondamento scientifico, nulla di tutto questo avverrà. La Grecia, come tutti gli stati dell'Unione Europea, ha il pugnale in mano e i carcerieri no.

Tsipras e Varoufakis trattano con i carcerieri, ma così facendo non saranno mai liberi completamente. Non c'è bisogno di trattare, basta aprire la porta e uscire.

E il compito è molto più semplice di quello di Spartaco, che dovette radunare un esercito di gladiatori e sconfiggere svariate divisioni dell'esercito romano, prima che tanti compagni si potessero dare alla fuga oltre le Alpi.

martedì 16 giugno 2015

Governo Renzi, un chiaro fallimento


Renzi diceva: l'Italia e Europa cambiano verso con me. Su quale questione il nostro Presidente del Consiglio e i suoi ministri sono risultati incisivi ed hanno creato un miglioramento nel paese?

1 Sull'euro e sull'austerity europea? 

2 Sulla disoccupazione?

3 Sulle tasse che hanno raggiunto livelli insostenibili?

4 Sulle società pubbliche o semipubbliche che, malgestite e spesso clientelari, creano sprechi di denaro pubblico?

5 Sulla corruzione, vedi "mafia capitale"?

6 Sulla trasparenza della politica (vedi caso De Luca)?

7 Sui Marò? 

8 Sull'assenza dell'Europa nella questione sbarchi? 

9 Sulla contraffazione del made in Italy? 

10 Su armi, droga, merci contraffatte e delinquenti che varcano i confini senza controlli grazie al trattato di Schengen? 

11 Sulle dichiarazioni di Cameron che ha detto: porteremo i profughi in Italia? 

12 Sui morti italiani nella strage in Tunisia? 

13 Sulla Libia e sull'Isis? 

14 Su Obama che impone all'Europa le sanzioni alla Russia con la conseguente perdita di un miliardo di euro di investimenti per il nostro paese?

15 Sui prestiti che l'Italia fa ai paesi europei in difficoltà? Francia e Germania dettano trattano con Tsipras la concessione di ulteriori prestiti e il nostro paese è anch'esso creditore della Grecia per decine di miliardi di euro. Perchè dunque non trattiamo anche noi? A noi spetta solo dire "sissignore" alle condizioni poste da altri e aprire i cordoni della borsa?

16 Sulla lotta allo sfruttamento della prostituzione? Ogni anno decine e decine di prostitute vengono uccise in Italia e non si pone una regolamentazione efficace in materia. La sinistra (insieme ad altri partiti), spesso su questioni marginali o inesistenti, sfoggia un femminismo ipocrita e demagogico. Le prostitute nigeriane e rumene in genere non votano e forse per qualcuno non sono donne come le altre, quando si parla di pari opportunità.

Intervista alla festa del Pescara calcio

Nonostante l'esito negativo della finale dei play off, i tifosi del Pescara hanno voluto salutare festosamente giocatori e allenatore, dimostrando gioia, buon senso e vitalità. Il Pescara, per la cronaca, ha pareggiato 0-0 e 1-1 nella doppia finale col Bologna; ciò non è bastato per andare in serie A.

Attorno al minuto 6:00 del video vengo intervistato anche io ed esprimo alcune rapide riflessioni.




domenica 7 giugno 2015

Barcellona batte Juve 3-1: considerazioni


(Nella foto: Andrea Pirlo)

Non ha portato nuovamente fortuna all'Italia, l'Olympiastadion di Berlino.

Nel 2006 Pirlo, Barzagli e Buffon, ieri in campo, alzarono la Coppa del Mondo con la maglia della nazionale proprio nello stesso posto.

La Juventus ieri sera ha buttato un intero torneo in cui aveva raggiunto brillantemente la finale. Il Barcellona ha spadroneggiato e complici due grandi parate di Buffon e l'imprecisione dei rifinitori iberici, il risultato è stato "solo" di 3 a 1.

La gara poteva tranquillamente terminare 5 o 6 a 1.

Allegri, che tanto di buono ha fatto quest'anno, dando un bel gioco alla squadra, stravincendo il campionato e mettendo in bacheca la Coppa Italia, ha impostato in maniera superficiale la partita.

Ha creduto, erroneamente, che si potesse lasciare spazio a gente come Messi e Suarez, sui quali c'è bisogno di una marcatura asfissiante.

Risultato: I "Blau-grana" hanno giocato a freccette con la porta avversaria.

I Bianconeri non hanno demeritato, ci hanno messo impegno e grinta. Il centrocampo però non è riuscito a fare contenimento e la differenza in campo è stata impietosa.

Buona, invece, è stata la parte offensiva; per un attimo Pirlo e compagni si sono illusi di potercela fare, con il goal del momentaneo pareggio.

Oggi in Italia si elogia tanto il gioco offensivo, visto come una liberazione dopo decenni di calcio difensivistico nella nostra penisola. I tre punti al posto di due per una vittoria hanno dato un contributo importante a questo cambiamento. 

Tanti tifosi della Vecchia Signora hanno salutato positivamente il gioco spumeggiante di Massimiliano Allegri, più spregiudicato di Conte (ed in effetti il primo ha fatto meglio del predecessore, quest'anno).

Se però si gioca contro il Barcellona senza considerare delle buone marcature, attaccando in maniera sbarazzina e non curando troppo la fase difensiva, allora sarebbe stato meglio considerare un calcio alla vecchia maniera.

Del resto, il  "catenaccio e contropiede" è un modo di giocare efficace che storicamente ha messo tante volte in difficoltà le squadre spagnole, (anche se è vero che il Barcellona di Luis Enrique si discosta dal gioco complesso tipico del suo paese, verticalizzando molto di più).

E' andata così, tanti sportivi italiani hanno vissuto un bel sogno e sono arrivati ad un passo dal raggiungerlo.

Per entrare nella storia con la terza Coppa dei Campioni all'ombra della Mole o con la tripletta Campionato-Coppa Italia-Coppa dei Campioni, bisognerà riprovare di nuovo. 

Pescara-Bologna 0-0, si decide tutto al Dall'Ara



E' finita a reti inviolate la finale di andata dei play off di serie B, valida per l'assegnazione del terzo ed ultimo posto utile per accedere alla massima serie. Tutto è rinviato a Martedì prossimo alle ore 20:30 allo stadio Dall'Ara di Bologna. Va ricordata tra l'altro la bella coreografia con cartelli colorati e un grande striscione in curva Nord e quella in campo fatta da dei bambini. Non da meno è stata l'esecuzione dell'inno italiano del tenore internazionale Piero Mazzocchetti, originario proprio della zona di Pescara.

Al 2' punizione di Caprari, Laribi devia in angolo.

Al 7' il Bologna reagisce con una conclusione di Mancosu, che manda alto.

Il Pescara attacca generosamente, i felsinei rispondono ogni tanto in contropiede. Nonostante le belle giocate da parte dei biancazzurri, essi mancano di lucidità e cattiveria nel finalizzare l'azione.

L'episodio più saliente del primo tempo è una percussione di Caprari, che supera diversi avversari ma dalla sinistra conclude molto male, alto.

Sul finale Zampano mette in mezzo rasoterra dopo una buona percussione, Oikonomou respinge a fondo campo in scivolata, ma per poco non compie una autorete.

Nel secondo tempo il Bologna è più vivace, ma è comunque il Pescara che attacca di più. La difesa emiliana è molto rocciosa e tiene bene. 

Matuzalem deve uscire per un infortunio, al suo posto entra Bessa.

Al 60' Bjarnason va vicino al goal: forte tiro in area di rigore, ma la barriera respinge.

Seguono due belle conclusioni di Mancosu e Laribi.

Nel tentativo di prendere un pallone nel bel mezzo dell'area, Melchiorri alza di molto la gamba, mentre Salamon abbassa la testa in maniera un po' sconsiderata: lo scarpino del compagno gli va sull'occhio sinistro, forse anche coi tacchetti; il difensore polacco è costretto ad uscire.

Al 65' Melchiorri raccoglie di testa un cross dalla sinistra, la palla colpisce il palo destro a pochi centimetri dalla porta.

Pochi minuti dopo Mancosu vede un suo tiro a pochi metri dalla porta ribattuto da Fornasier.

Subito dopo Pasquato, subentrato nella ripresa, lascia esplodere un bel tiro da lontano che finisce di poco alto.

In seguito un tiro di Laribi viene respinto con un braccio da Pucino, l'arbitro lascia correre. C'è da precisare che nel primo tempo c'è stato un episodio analogo per cui ha recriminato il Pescara.

I penalties potevano essere assegnati perchè in entrambi i casi il braccio era distante dal resto del corpo.

Prestazione molto scarsa da parte del signor Claudio Gavillucci da Latina, che tra l'altro non ha ravvisato numerosi falli a centrocampo.

Al Bologna basta anche un pareggio per via del miglior piazzamento nella stagione regolare. C'è da aspettarsi di nuovo una condotta attendista da parte dei felsinei, che hanno una buona difesa, esperienza e buone doti di palleggio. Rischiano di più, invece, competendo nel gioco di attacco e nella velocità, in cui il Pescara è più dotato. Il Delfino probabilmente sarebbe più avvantaggiato se gli avversari fossero meno difensivisti, tanto è vero che quasi tutte le sue migliori prestazioni quest'anno sono avvenute in trasferta, con le avversarie più disposte a giocare in avanti tra le mura amiche.

mercoledì 3 giugno 2015

Vicenza-Pescara 2-2. Il Delfino ad un passo dall'Olimpo del calcio


Una premessa è dovuta: in questa doppia sfida si sono affrontate due tifoserie gemellate. E' stato bello vedere tifosi che socializzano o che rinnovano vecchie amicizie, scambiandosi sciarpe, abbracci, mangiando e bevendo assieme, dormendo a casa l'uno dell'altro. Non potrebbe essere sempre così, nel calcio?

Per quanto riguarda il dato sportivo, il Delfino è ad un passo dalla serie A, meritatamente. Dopo il 2 a 1 in casa dell'ottimo Perugia, l'1 a 0 in casa e il 2 a 2 di ieri a Vicenza gli hanno consentito di giungere alla resa dei conti contro il blasonato Bologna.

L'uomo del momento è senza dubbio Mister Massimo Oddo. Il Pescara era un fantasma di squadra, aveva perso contro il Varese ultimo in classifica e pieno zeppo di ragazzi della "Primavera" in campo.

Con Oddo è arrivato il primo successo col Livorno per 3 a 0 e poi i già citati risultati dei play off. Il bilancio è di tre vittorie e un pareggio, giocando ogni quattro giorni. Dovrebbe essere però di quattro vittorie, visto che ieri il pareggio del Vicenza è giunto dopo una nettissima spinta a Bjarnason, dicesi "fallo in attacco" sul manuale del calcio e sul regolamento.

Anche il bilancio della partita di ieri ci riporta una migliore prestazione del Pescara, che ha dominato nel primo tempo, mentre nella seconda frazione c'è stato un sostanziale equilibrio, con il Vicenza che ha fatto qualcosa in più più ma col Pescara che si è reso più volte pericoloso.

Le azioni

Al 4' gli ospiti sono già in vantaggio: Zampano muove un affondo sulla destra, mette il pallone in mezzo e Sampirisi tocca il pallone all'indietro, ad un metro dalla porta e col portiere lontano: 0-1 facile facile.

Il Pescara svolge delle belle verticalizzazioni, che bucano puntualmente la difesa  biancorossa. Una qualche reazione giunge dall'altra parte con Ragusa, senza troppi brividi, fino al bellissimo goal di Moretti, che dal centro, al limite dell'area, aggira la difesa, vince un rimpallo e da posizione defilata trafigge Fiorillo.

Il secondo tempo vede i padroni di casa in avanti nei primi venti minuti, poi il Pescara viene fuori grazie a due cambi, "azzeccati" anche questa volta dalla sua panchina: Brugman al posto di Pasquato, Melchiorri in alternativa a Sansovini.

Quest'ultimo dona alla sua squadra la forza fisica che mancava, e produce degli affondi devastanti, costringendo più volte al fallo gli avversari.

Al 20' Politano crossa dalla destra e serve benissimo di testa Bjarnason, che di testa insacca il pallone; l'Islandese è bravo in questa occasione a schiacciare il pallone a terra, creando una traiettoria difficile per l'estremo difensore Bremec. Se avesse colpito direttamente verso la porta, probabilmente il portiere avrebbe preso il pallone.

Al 36' giunge la replica del Vicenza: chiarissima spallata di Ragusa a Bjarnason e sugli sviluppi dell'azione Di Gennaro serve in profondità Cocco, che a tu per tu col portiere finalizza in rete.

L'errore del direttore di gara è pesantissimo e rischia di incidere sull'esito del doppio confronto tra le due contendenti (in caso di 3 a 2 per il Vicenza, questi supererebbe il turno perchè posizionato meglio in classifica).

Finisce 2 a 2, con l'esultanza dei biancazzurri e le lacrime di diversi giocatori Vicentini.

Il Vicenza ha concluso con molta dignità un campionato esaltante, in cui era stato ripescato e in cui la dirigenza aveva potuto completare il mercato estivo in netto ritardo sulle concorrenti in attesa delle decisioni della giustizia sportiva. Partita male, la squadra ha scalato parecchie posizioni in classifica giungendo terzo a pari merito col Bologna (o quarto, se si considerano le regole della classifica avulsa). Il bomber Di Gennaro ieri ha giocato nell'insolito ruolo di regista arretrato, tutta la squadra ha fatto il suo dovere e in particolare Moretti e Ragusa meritano un elogio.

Il Pescara era dato per finito e addirittura rischiava di non entrare nei play off. Martedì invece incontrerà il Bologna per giocarsi la finale di andata. Il Bologna, sulla carta, ha giocatori più forti, ma il Delfino in questo momento esprime un gioco più bello. Le due squadre partono alla pari in questo doppio confronto.

Per l'occasione, comunque vada, si assegnerà un posto in serie A a una società che ha già militato nella massima serie, a differenza di Carpi e Frosinone, due novità assolute giunte rispettivamente prima e seconda, che partite senza alcun favore dei pronostici hanno meritato la promozione, dimostrando che, qualche volta, si può fare calcio e vincere con meno soldi degli avversari. 

martedì 2 giugno 2015

Buona Festa della Repubblica a tutti voi


Spesso tendiamo a scordarci di far parte di una Repubblica giovane, in Italia. Essa esiste da soli 69 anni e la nostra stessa unità nazionale è recente. Siamo uno stato più giovane degli Stati Uniti e ancor di più della Francia e del Regno Unito, che trovò la sua unità a metà del 1200.

Nel Regno Unito i sudditi hanno qualche ragione di mantenere con quattrocento milioni di sterline all'anno la famiglia reale, di magnificarli e di festeggiarli.

La vendita di gadgets, gli articoli sui rotocalchi sono tutto grasso che cola per l'economia d'Albione. Ci sono ragioni però ben più profonde che giustificano l'amore dei sudditi verso la Regina: la corona britannica ha contribuito fattivamente a renderli una potenza coloniale ed economica, nel corso dei secoli.

Da noi, invece, i Savoia pagarono lo scotto di aver appoggiato sin dall'inizio il fascismo e la dittatura di Mussolini, che sfociò nel nostro ingresso in guerra.

Gli Italiani non perdonarono questo alla famiglia reale, che pure aveva unificato il paese rendendolo una grande unità politica che in molte situazioni si confrontò alla pari con i grandi potentati dell'epoca.

La storia dei presunti brogli avvenuti durante il referendum non fu mai provata e gran parte degli storici la ritiene priva di fondamento.

Il referendum del 2 e del 3 giugno 1946 fu il primo a cui parteciparono anche le donne e sancì un passo in avanti sulla parità dei diritti tra i generi.

La splendida parata militare del 2 Giugno, che si è perpetrata anche oggi, è un omaggio delle Forze Armate alle istituzioni e ne sottolinea l'importanza.

Se esse non esistessero l'Italia sarebbe alla mercè di tutti, anche oggi, dopo settant'anni di pace.

Oggi è un giorno di festa e di orgoglio. Possiamo essere fieri di vivere in una Repubblica, che sancisce l'uguaglianza e la pari dignità alla nascita di tutti i cittadini. La Repubblica ha coinciso con decenni di democrazia e di pace, di prosperità e di benessere sociale, civile ed economico, che sia pur con alti e bassi, non avevamo mai raggiunto prima. L'essere parte di una Repubblica ci dà speranza nel futuro e ci lascia spiragli di miglioramento in ogni lato del nostra vita di cittadini.

lunedì 1 giugno 2015

Renzi ha vinto le regionali, che piaccia o meno



Quando sono stati pubblicati i primissimi dati parziali dei risultati delle urne, ieri notte, qualche commentatore politico ha avuto l'impressione di un calo di popolarità del governo e una parziale ripresa del centrodestra. Sembrava che il Centrosinistra dovesse ottenere una regione in meno della volta precedente, ma poi il numero è rimasto lo stesso: 5 a 2, per quanto riguarda le sette regioni in questione. Due di esse hanno cambiato colore, ma invertendo l'ordine dei fattori , come si dice in matematica, il risultato non cambia.

Si tratta di una vittoria netta della sinistra e nonostante il terzo incomodo Grillo che indebolisce i due schieramenti, Renzi e soci la sfangano piuttosto bene.

Non c'è infatti una alternativa credibile al Pd, in termini di consenso.

Il Movimento 5 stelle è in lizza per diventare il primo partito d'Italia, ma non ha una coalizione, e difficilmente sarà in grado di formare amministrazioni e governi monocolore.

Il centrodestra è distrutto, Forza Italia si accontenta del 10-15% in media, la vecchia Alleanza Nazionale che nei bei tempi andava ben oltre il 10% ora è sostituita da Fratelli d'Italia col suo 3-4%.

Salvini è il leader più forte, ma quand'anche raggiungesse una popolarità enorme al nord, nel sud non se lo fila nessuno (e con buone ragioni, visto gli insulti che i meridionali hanno ricevuto dalla sua parte politica e da lui stesso in passato).

Matteo Salvini potrà forse diventare il capo coalizione del centrodestra, ma difficilmente potrà portarlo alla vittoria e farsi incoronare Presidente del Consiglio.

Poco importa che l'Umbria sia un po' meno rossa di prima e che Toti, attuale pupillo di Berlusconi, vinca in Liguria grazie a delle divisioni sul versante opposto.

Il futuro per il Pd è discretamente roseo, mentre i neoconservatori vedono il mondo grigio; l'unico modo per risalire la china è che Berlusconi si faccia da parte perchè è ormai indebolito e invecchiato. 

In questo modo potrebbe farsi largo un nuovo leader della sua stessa area moderata capace di riconquistare l'elettorato deluso che diserta le urne.

Una postilla finale, che non altera il quadro appena tracciato: è stato un errore candidare Vincenzo De Luca, che ha delle vicende giudiziarie in corso e una condanna in primo grado: in caso di una condanna definitiva, potrebbe essere costretto a dimettersi e in quel caso il centrodestra sarebbe molto avvantaggiato nel vincere la tornata elettorale successiva.