lunedì 1 giugno 2015

Renzi ha vinto le regionali, che piaccia o meno



Quando sono stati pubblicati i primissimi dati parziali dei risultati delle urne, ieri notte, qualche commentatore politico ha avuto l'impressione di un calo di popolarità del governo e una parziale ripresa del centrodestra. Sembrava che il Centrosinistra dovesse ottenere una regione in meno della volta precedente, ma poi il numero è rimasto lo stesso: 5 a 2, per quanto riguarda le sette regioni in questione. Due di esse hanno cambiato colore, ma invertendo l'ordine dei fattori , come si dice in matematica, il risultato non cambia.

Si tratta di una vittoria netta della sinistra e nonostante il terzo incomodo Grillo che indebolisce i due schieramenti, Renzi e soci la sfangano piuttosto bene.

Non c'è infatti una alternativa credibile al Pd, in termini di consenso.

Il Movimento 5 stelle è in lizza per diventare il primo partito d'Italia, ma non ha una coalizione, e difficilmente sarà in grado di formare amministrazioni e governi monocolore.

Il centrodestra è distrutto, Forza Italia si accontenta del 10-15% in media, la vecchia Alleanza Nazionale che nei bei tempi andava ben oltre il 10% ora è sostituita da Fratelli d'Italia col suo 3-4%.

Salvini è il leader più forte, ma quand'anche raggiungesse una popolarità enorme al nord, nel sud non se lo fila nessuno (e con buone ragioni, visto gli insulti che i meridionali hanno ricevuto dalla sua parte politica e da lui stesso in passato).

Matteo Salvini potrà forse diventare il capo coalizione del centrodestra, ma difficilmente potrà portarlo alla vittoria e farsi incoronare Presidente del Consiglio.

Poco importa che l'Umbria sia un po' meno rossa di prima e che Toti, attuale pupillo di Berlusconi, vinca in Liguria grazie a delle divisioni sul versante opposto.

Il futuro per il Pd è discretamente roseo, mentre i neoconservatori vedono il mondo grigio; l'unico modo per risalire la china è che Berlusconi si faccia da parte perchè è ormai indebolito e invecchiato. 

In questo modo potrebbe farsi largo un nuovo leader della sua stessa area moderata capace di riconquistare l'elettorato deluso che diserta le urne.

Una postilla finale, che non altera il quadro appena tracciato: è stato un errore candidare Vincenzo De Luca, che ha delle vicende giudiziarie in corso e una condanna in primo grado: in caso di una condanna definitiva, potrebbe essere costretto a dimettersi e in quel caso il centrodestra sarebbe molto avvantaggiato nel vincere la tornata elettorale successiva.

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