mercoledì 2 ottobre 2013

Come ti distruggo il centrodestra


 (Nell'immagine: Bruto e Cassio disegnati da Alex Miozzi)

Eccoci qui, alla resa dei conti: oggi si voterà la fiducia prima al Senato e poi alla Camera per Enrico Letta. I numeri sono discordanti, perchè nel Pdl c'è una fronda che vuole tornare alle urne (maggioritaria) e un'altra che, contravvenendo a quanto ha disposto il leader Silvio Berlusconi, appoggerà il Presidente del Consiglio.

La vera notizia è il fatto che per la prima volta c'è stata una spaccatura importante nelle fila Berlusconiane, ovvero tra i reduci della vecchia Forza Italia.

Il vecchio capo della destra liberale italiana non è certo esente da colpe, in questo processo di continuo frazionamento che non nasce oggi.

Fini e Casini possono piacere e non piacere, hanno i loro pro e contro. Quando si sta all'interno della maggioranza, però, non sempre il partito che ha più voti sceglie, in caso di vittoria, il nuovo Premier.

Se guardiamo indietro alla nostra storia Repubblicana, scopriamo che con una minoranza di voti abbiamo avuto come presidenti Craxi e Spadolini.

La politica (Machiavelli ce lo insegna) è l'arte del compromesso; esso è necessario, soprattutto in un sistema semi-proporzionale come il nostro, dove le forze in campo tendono a frammentarsi.

Berlusconi è stato presidente per tre volte: se nella seconda e nella terza occasione avesse lasciato il timone a Fini e a Casini avremmo un centrodestra ancora unito. La Lega avrebbe potuto storcere il naso, è vero, ma se ne sarebbe fatta una ragione. Essa è ben cosciente di essere un partito separatista che mai potrebbe avere un Presidente del consiglio (se non forse con il 51% dei voti, cosa alquanto improbabile).

Oggi dunque avremmo un centrodestra forte con quattro partiti importanti a sostenerlo.

Una delle altre sciocchezze di cui lo stesso Berlusconi si è reso conto è stata creare il Pdl, ovvero cercare l'unificazione dei partiti con un meccanismo di voto non maggioritario.

La fusione avrebbe avuto  senso in un sistema di stampo anglosassone, come in Inghilterra o negli Stati Uniti. Qui in Italia ha creato solo grossi danni.

Berlusconi non vuole mai mollare, è leader del centrodestra da vent'anni ma non accetta di farsi da parte. Avrebbe potuto mandare avanti un altro esponente del suo schieramento  e limitarsi a fare il segretario di partito, muovendo le fila dalle retrovie, magari.

No, invece. Il tycoon milanese è un tipo testardo, il che può essere a volte un pregio ma in altri casi un grave difetto.

Eccoci giunti ad un altro crack: una scissione pesante, da parte del suo stesso delfino Alfano e del suo ex vice di partito Cicchitto. Si aggiungono all'allegra brigata dei dissidenti Beatrice Lorenzin e Lupi, oltre a un numero imprecisato di parlamentari.

Secondo le fonti vicine a Berlusconi i dissidenti del Pdl sarebbero solo 12, mentre dagli ambienti filogovernativi circola la voce che vi sarebbe una quarantina di scissionisti pronti a creare un nuovo Pdl con l'appoggio degli ambienti europei e che estrometterebbe dal gruppo dei Popolari Europei la fronda Berlusconiana.

La divisione dello schieramento di centrodestra rischia di nuocere non solo ai suoi elettori, ma a tutta l'Italia, perchè crea una spaccatura ulteriore nell'intera politica del Belpaese.

Alle urne, specialmente con la legge elettorale vigente, si prospetta un ulteriore tutti contro tutti, senza che qualcuno prevalga.

Un ultimo pensiero va all'atteggiamento ipocrita dei novelli Bruto e Cassio, ovvero Cicchitto e Lupi.

Ieri si sono affrettati a mostrarsi nei salotti televisivi (e quando mai perderebbero l'occasione per fare quattro chiacchiere di fronte alle telecamere).

Entrambi hanno dato questa versione dei fatti: "Noi rimaniamo fedeli a Silvio Berlusconi, e proprio perchè lo siamo vogliamo evitare che faccia una sciocchezza, quindi gli disobbediamo e decidiamo al posto suo".

E' un po' come se qualcuno ti accoltella alle spalle e poi ti dice: "Lo faccio per il tuo bene". Ricorda anche quelle scuse di circostanza del fidanzato\a che rompe con il partner ed elenca le solite frasi fatte: "Ti lascio perchè ti voglio troppo bene - perchè non mi meriti - perchè io non posso darti quello che tu vuoi".

Abbiano il coraggio una volta tanto di dire: "Silvio ci aveva scocciati. Voleva comandare sempre lui e abbiamo formato un gruppo per conto nostro". Non ci vuole molto.

Intanto gli Italiani attendono risposte dalla politica.

Letta verrà riconfermato? Finora non ha fatto niente di importante e l'Italia va sempre più a rotoli. Ci sarà una inversione di tendenza da parte sua, in caso di fiducia rinnovata?


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