Sono venuti senza essere stati chiamati dal popolo italiano, quelli del governo Monti, e non se ne vogliono andare. Con un colpo di mano il Presidente della Repubblica, col beneplacito di alcuni partiti ha dato vita ad un Governo di persone prive di consenso popolare sorrette da una maggioranza non corrispondente a quella scelta dagli Italiani.
Si erano presentati come i salvatori della patria, come i grandi riformatori. L'unica opera che hanno attuato in fretta è stato il decreto "salva-Italia" con il conseguente aumento delle tasse e dell'età pensionabile. Dovevano "far saltare i colli di bottiglia", annientare le caste, ridurre i privilegi, rivitalizzare il mercato del lavoro. Niente di tutto questo è accaduto, ed è stato tolto soltanto qualche diritto ai lavoratori dipendenti.
Ci hanno insultati, ci hanno detto che i giovani fanno bene a farsi un giro all'estero per trovare lavoro (e il governo allora che compito ha?). Un ministro di questo esecutivo ci ha detto che chi si laurea dopo i 28 anni è uno sfigato, lui, un figlio di papà in piena regola.
Altri ministri ci hanno detto parole già usate: bamboccioni, ragazzi viziati, italiani poco rispettosi delle regole, poco propensi ai sacrifici.
Scopriamo che loro hanno ricoperto incarichi strapagati e che i loro figli sono pluriraccomandati.
Ci hanno detto bugie: per la Fornero gli "esodati" che nell'ultima riforma rimangono privi di una copertura pensionistica sono 65.000, mentre per l'Inps ne esistono 300 000 in più.
Con quali diritti, cari signori, venite a farci la morale? Voi, uomini e donne al servizio delle banche, che governate l'Italia senza avere una legittimazione popolare, voi che avete ottenuto il potere tramite un escamotage ingiusto, se non illegale:
quando ve ne andate?
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