domenica 15 gennaio 2012

Istituti di rating sotto accusa.

L'Italia , così come la Francia e molti altri paesi europei, non è a rischio fallimento.
L'attività degli istituti di Rating, come è stato ben esposto sui quotidiani nazionali odierni, non è basata sull'onestà intellettuale e ben presto si scoprirà quali sono gli interessi di queste agenzie.


Che cosa sono le agenzie di rating? Si tratta di istituti che valutano, detto in parole povere, la capacità di restituire i propri debiti da parte di enti pubblici e di aziende.


Tali organismi di valutazione sono proprietà di compagnie dell'alta finanza, che dovrebbero essere controllate da essi. Probabilmente c'è un interesse a far fallire l'area euro, poichè tale divisa monetaria è un temibile concorrente per il dollaro.


Pagare beni e servizi in euro anzichè in dollari costiutuisce, negli affari, un grave danno per gli Statunitensi, la cui moneta vale il 27 % circa in meno.


Se non sono  stati accertati con precisione, per il momento, i fini per cui gli istituti Moody's e Standard & Poors cercano di svalutare l'Europa, di certo c'è la prova che essi non seppero prevedere l'imminente fallimento di Parmalat e di Lehman Brothers.


Il danno che essi hanno apportato l'altro ieri all'Ue, con il declassamento di Italia e Francia, è alto, nonchè inopportuno, visto le grandi riforme che questi paesi stanno attuando e gli accordi internazionali che stanno prendendo.


C'è un dolo, ormai appare chiaro.


E' una frottola pazzesca che Italia e Francia rischino di non corrispondere l'equivalente del proprio debito, negli anni.


In primis perchè tra poco, in base ai cambiamenti effettuati, la tendenza verrà invertita e anche il nostro paese vedrà tra un anno o due iniziare a ridursi il debito pubblico, che fino ad ora è cresciuto per colpa di interessi spropositati.


Il secondo motivo è che un paese come il nostro è ricco di risorse naturali, di patrimoni pubblici e privati, di basi per fare business che possono essere utilizzati per far fronte al debito e sono enormemente superiori ai 1900 miliardi di euro a cui esso ammonta.


Ovviamente non li pagheremo tutti insieme, ma nel corso di molti anni;  grazie anche alla linea ferma di Monti, che non cederà insieme ad altri alla linea della Merkel del "tutto e subito", ci sono prospettive di crescita economica.


I soldi che paghiamo di tasse devono essere investiti anche per la crescita e per il funzionamento della vita pubblica, se cercassimo di sviare troppi fondi solo per pagare le nostre esposizioni debitorie saremmo rovinati.


Per fortuna le forze politiche italiane di destra e di sinistra sono concordi nell'andare in un'altra direzione.

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