giovedì 5 gennaio 2012

Alcuni episodi di maleducazione

Ho compilato una piccola lista personale di episodi di maleducazione avvenuti nella mia città Pescara, un posto di mare bellissimo dove forse c'è qualcosa da cambiare a livello di mentalità. Ovviamente ho conosciuto qui tante persone dal cuore sincero. Sono uno che non ama rinchiudersi nella propria cerchia di pochi amici e stare per i fatti suoi. Il contatto umano per me è importante, come è primaria l'esigenza di sentirsi tutti parte di un'unico contesto.

Alcuni episodi di maleducazione a Pescara



Non sono un moralista, nè ritengo me stesso perfetto. Tutti abbiamo i nostri difetti, ma quando si parla di migliorare la nostra società non si può prescindere dal rispetto nei confronti degli altri. Nella mia città, ma non penso solo qui, assisto quotidianamente ad esempi di maleducazione, dovuta principalmente a un'ignoranza profonda di alcuni.


Al Pub (1)


E' successo 8-9 anni fa. Pagai 3 euro e 50, che allora era una cifra davvero assurda all'epoca , per due dita di Porto. Chiesi il vino e il barista di un noto pub irlandese di Pescara prese una bottiglia che aveva una specie di scontrino attaccato alla bell'e meglio al posto della marca. Gli dissi letteralmente: "Posso vedere la bottiglia"? Non l'avessi mai fatto. Mi rispose: "Io ti spacco la bottiglia in testa" (afferrandola e agitandola in maniera minacciosa) "io ti do solo roba buona". Mi accorsi che era ubriaco, lo feci calmare minimizzando l'accaduto perchè non mi andava di litigare.


Al Pub (2)


Pochi giorni fa a Capodanno, verso l'una sono entrato in un disco pub: 10 euro con la consumazione.
Presento lo scontrino per farmi dare il drink e dico alla barista: "siccome mi sento gonfio potrei avere una bottiglia d'acqua al posto del drink?
"E tu per dieci euro vuoi una bottiglia d'acqua intera"?
"E quanto devo pagare, trenta euro per una bottiglia d'acqua?" ho pensato.
"Va bene, vorrei un'acqua tonica" La barista mi ha versato l'acqua tonica in un bicchierone, svuotando una bottiglia che costava almeno tre volte rispetto all'acqua semplice.
La stupidità talvolta non ha limiti




Al pub (3)

In un disco pub al confine tra Pescara e Montesilvano dove c'è l'ingresso gratuito, hanno fatto obiezioni riguardo ai miei vestiti e non mi hanno fatto entrare.
La prima volta ero con dei pantaloni di marca ma che arrivavano poco sotto il ginocchio, perchè era giugno e c'erano trenta gradi. Hanno preteso che avessi i pantaloni lunghi e non mi hanno fatto entrare, per un party sulla spiaggia con la piscina frequentato da persone di ogni estrazione.

Sempre nello stesso locale, che ha uno spazio coperto per l'inverno, mi sono recato alcuni giorni fa e non mi hanno fatto entrare perchè il buttafuori ha detto: "non mi piace come sei vestito". Ritengo di essere sempre vestito in maniera molto decorosa, ma al di là di questo un'azione del genere viola la legge in quanto discriminatoria. A meno che non offenda il pudore delle altre persone, chiunque, quand'anche non fosse vestito "di marca" ha il diritto di entrare in un locale pubblico, se l'ingresso è libero.


Allo stadio

Un noto consigliere comunale della minoranza, approfittando del fatto che gli stewards allo stadio avevano aperto il cancello per me che avevo presentato accredito e tessera da giornalista, è entrato con nonchalance accompagnato da una signora, se non sbaglio anch'essa appartenente al mondo politico pescarese.

Uno degli addetti alla sicurezza gli ha detto: "Scusi, mostri il biglietto, per favore" 

Lui si è girato e l'operatore, riconoscendolo, gli ha detto: "ah va bene vada!"

Per quanto noto a livello locale, anche lui aveva il dovere di presentare il biglietto come tutti i comuni mortali.

Invece questo signor nessuno, che è soltanto un consigliere comunale di opposizione di un comune di 120 000 abitanti, se n'è andato ridacchiando insieme alla sua amica.

Non è prima volta che questo signore mostra tutta la sua arroganza da bullo di periferia.


Alla stazione


Chiedo un biglietto per Lanciano, per seguire, da giornalista, l'Europeo di Basket Femminile del 2007.

Il bigliettaio mi dice di andare allo sportello successivo. C'è soltanto una famiglia di fronte a me e dalla conversazione apprendo che la bigliettaia è una loro amica. L'impiegata delle f.s. fa una consulenza che dura mezz'ora. Protesto e la madre di famiglia arrogantemente mi dice che devo aspettare. I treni però non aspettano, e il mio è probabilmente già partito, come infatti riscontrerò dopo.
Mi rivolgo di nuovo al primo bigliettaio e scopro che lui non doveva fare altro che allungare una mano verso l'altro box e prendere un mucchio di biglietti per staccarne uno.


Questi sono solo alcuni degli episodi che potrei citarvi in tanti anni di vita a Pescara: commercianti che ti maltrattano quando tu vuoi comprare qualcosa, altri negozianti che ti fanno pagare più del prezzo dovuto (e a volte te ne accorgi soltanto dopo). 

Ci sono locali per giovani dove ti fanno fare la fila soltanto per far vedere che da loro c'è tanta gente ad aspettare fuori o dove paghi un drink addirittura 10 euro e te lo mettono in un bicchiere con due terzi di ghiaccio e un terzo di bevanda.

Certo, queste cose succedono un po' dappertutto, ma non bisogna per questo fare gli struzzi e nascondere la testa sotto la sabbia. Ritengo anzi utile aprire un dibattito su questo, affinchè le cose migliorino.

Andrea Russo  
per  la testata Abruzzoblog.it

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