Mister Di Francesco ha negli occhi la solita grinta di chi vuole vincere per la città in cui è cresciuto: "Qui a Pescara ci sono nato, c'è un progetto di vita oltre che calcistico". Accarezza il suo bambino mentre confida ai giornalisti: "Ero nervoso nel finale perchè non possiamo avere cali di concentrazione come quelli odierni. Abbiamo rischiato. Ora dobbiamo prima pensare a vincere a Marcianise e dopo gli ultimi 90 minuti guarderemo i risultati negli altri campi".
Anche Maurzio Edmondo, azionista del club adriatico, dice la sua e nel caso di play off vuole le mettere in guardia sia dal Verona che dal Portogruaro: "Il Verona ha un peso politico maggiore, anche perchè ha alle spalle un grande città, uno stadio importante e una società solida.
Il Portogruaro però, attualmente è più in forma. Spero solo che non avvenga quello che qualcuno teorizza, ovvero l'intervento di poteri forti a favore di qualcuna delle squadre impegnate nella lotta alla serie B".
Due curiostà inerenti alla partita.
La prima è che in tribuna erano presenti Giovanni Galeone e Massimiliano Allegri, due bandiere del Pescara che hanno riscosso l'entusiasmo del pubblico: foto, abbracci e autografi si sono moltiplicati in onore dei beniamini del tifo locale.
La seconda ha riguardato, a gara finita, lo scambio di solidarietà tra i tifosi del Pescara e quelli del Potenza, di cui non è facile capire bene le motivazioni. Probabilmente i gruppi ultrà si sentono vittime del "Palazzo" della Lega Pro sia in qualità di tifosi che per le vicende legate alle loro società calcistiche.
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