Alcune categorie di lavoratori, come gli insegnanti e gli impiegati dipendenti del pubblico servizio, non possono svolgere più di un lavoro.
C'è chi tenta di spiegare la ratio della legge che dispone cio': serve a non fargli trascurare il proprio lavoro e a lasciare lavoro agli altri.
Il fatto che un secondo lavoro porti a trascurare il primo, è tutto da dimostrare. Nel caso vi sia negligenza da parte di un dipendente pubblico, esistono già delle norme che dispongono per lui dei provvedimenti in sede di giustizia civile, penale e amministrativa.
I posti di lavoro non hanno un numero rigidamente fissato dalle leggi: essi variano a seconda di tanti fattori; dire che se io ho un secondo lavoro, rubo qualcosa ad un altro è una grande sciocchezza, anche perchè io potrei creare una attività commerciale mia e quindi creare un giro di denaro, e dare lavoro ad altre persone, ad esempio.
La legge, inoltre, non vieta ai dipendenti del settore privato di avere due o più lavori.
C'è poi da segnalare che ciò che vale per gli impiegati e funzionari pubblici, oltre che per gli insegnanti, non vale per alcune categorie: i medici, che possono fare consulenze, avere collaborazioni con gli studi privati, ricoprire cariche universitarie, lavorare presso numerose strutture ospedaliere.
Anche molti docenti universitari di svariati settori, fatte salve alcune eccezioni previste dalla legge, possono svolgere attività di libero professionista o collaborare con enti, e godono di notevoli stipendi e bonus per la loro attività didattica.
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