martedì 21 maggio 2024

Morte del Presidente Iraniano Raisi: incidente o sabotaggio?


Nelle foto: Raisi e Amir-Abdollahian



Ebrahim Raisi, presidente della Repubblica Iraniana, è stato ufficialmente dichiarato deceduto. Sono stati ritrovati i corpi e i pezzi carbonizzati dell'elicottero in cui viaggiava. 

Con lui sono periti vari membri di alto livello delle istituzioni, tra cui il ministro degli esteri Hossein Amir-Abdollahian e il governatore dell'Azerbaijan Orientale Malek Rahmati. 

Tutti ora si chiedono se si sia trattato di un incidente o se ci sia una mano nemica, che magari abbia potuto astutamente manomettere l'elicottero presidenziale. 

Da un lato si dice che l'elicottero in questione fosse vecchio e che le condizioni meteo non fossero buone. In effetti nei video dove si mostrano i soccorsi si nota una forte nebbia.

Gli errori umani e i guasti tecnici avvengono, anche in situazioni in cui vige scrupolo e di organizzazione.

Inoltre pare che gli Iraniani dovessero arrangiarsi e reperire per vie traverse i pezzi di ricambio degli elicotteri Bell a causa delle sanzioni Usa nei loro confronti. 

Dall'altro lato qualcosa non quadra. Appare difficile immaginare che un entourage presidenziale non mantenga in perfette condizioni meccaniche un elicottero che trasporta le massime cariche del paese e che chi predispone e guida il volo non sia cosciente delle condizioni meteo a cui va incontro.

Queste sono le basi di chiunque abbia un brevetto di volo. 

Chi ha perizia in materia avrebbe potuto scegliere un percorso più sicuro o consigliare di rinviare il volo.

Il modello di elicottero in questione, un Bell 212, sebbene sia di vecchia concezione, è in uso efficientemente in tutto il mondo. 

La versione per uso civile può contenere fino a 14 passeggeri e viaggiare ben oltre 200 km/h. 

In Italia il Bell 212 viene utilizzato in ambito civile e militare. Il Belpaese ne produce tuttora anche una versione anti-sommergibile. 


Dei tre elicotteri che trasportavano la delegazione reduce dall'Azerbaijan, è precipitato proprio quello del presidente. 

La tv Iraniana ha usato delle parole molto precise per le vittime: "Martiri" e "Martirizzati". 

Non sono parole che si usano di solito per chi muore per un guasto meccanico, quanto per chi perde la vita in nome di una religione o di una causa. 




Forse la verità non la conosceremo mai, ma sappiamo tutti che l'Iran è in forte tensione con Israele e che con esso si sono scambiati negli scorsi mesi veri atti di guerra: 

i lanci di missili, una ambasciata Iraniana distrutta in Siria, il rischio di escalation militare con possibili conseguenze globali. 

Se il governo di Gerusalemme accusa l'Iran di finanziare il terrorismo Palestinese, dall'altro Teheran punta il dito contro le stragi di Gaza. 

Quando dunque la dinamica dell'incidente non è ancora stata chiarita e forse mai lo sarà, in un contesto di guerra del genere contro una nazione nota per i suoi metodi di intelligence, in un momento in cui il terrorismo internazionale è quanto mai attivo, non è possibile escludere la matrice dolosa dell'evento. 

Le autorità Iraniane hanno però fatto già sapere che tutti i rilievi tecnici del caso verranno effettuati sul luogo dell'incidente e quindi si guardano bene dal dare una versione definitiva sulla natura dell'evento. 

Qualcuno ha rilevato che sarebbe utile coinvolgere la casa costruttrice nelle perizie, ma è da escludere che gli Iraniani facciano rilevare informazioni sensibili ad una azienda Texana. 


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