Mi sono sempre chiesto dove fossero i sindacati italiani negli ultimi decenni. Forse sonnecchiavano quando sono stati introdotti i contratti interinali. Forse fantasticavano fissando il soffitto quando gli Italiani venivano desalarizzati in vari modi e quando i prezzi crescevano a dismisura e gli stipendi non crescevano abbastanza.
Forse sognavano barricate fumettistiche quando il salario minimo non veniva regolamentato e possibilmente implementato.
Può darsi che fossero in vacanza in Corsica quando la proprietà delle banche centrali passava ai privati a scapito delle istutuzioni statali. La facoltà di decidere se, come e quando creare e mettere in circolazione il denaro apparteneva agli speculatori, non ai rappresentanti della comunità, in nome dell`interesse pubblico.
Forse non si accorgevano degli allevatori del nord falliti per le leggi sulle quote latte;
non si avvedono ora che le spiagge vengono confiscate a chi ci ha investito e sudato, per via della legge Bolkenstein.
Non hanno sentito che mezza Europa ha le strade occupate dai trattori e che chi lavora i terreni e cresce gli animali è l`anello debole della catena di produzione del cibo.
Maurizio Landini non l`ho visto sulle barricate quando è stato sospeso il lavoro a decine di migliaia di lavoratori italiani in nome di un siero inefficiente che non impediva la reinfezione, la trasmissione del virus e in più aveva per alcuni danni collaterali anche gravi e permanenti.
Il Segretario generale della Cgil non ha ruggito come il trattore suo omonimo, lo storico "Landini testa calda", quando in nome di un Fantozziano e Orwelliano lockdown venivano multate massaie quattrocento euro perchè si recavano ad un supermercato lontano da casa.
Si è preso invece la pacca sulla spalla del banchiere Mario Draghi dopo l`assalto alla Cgil. Fu un episodio talmente genuino che il leader neofascista Giuliano Castellino fu accompagnato dalla polizia durante la deviazione del suo corteo .
Intanto la Fiat-Fca e le altre aziende automobilistiche ad essa connesse sono state assorbite dai Francesi di Stellantis, dopo decenni di contributi statali e delocalizzazioni.
Mentre gli Agnelli-Elkann già da tempo si sono dedicati alla finanza e ad investimenti in buona parte fuori dal nostro paese, Stellantis sta ventilando la possibilità di effettuare ulteriori tagli alla forza lavoro sul territorio Italiano.
Lo stipendio del segretario della Cgil è però buono e noi ce ne rallegriamo.
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