Bastava veramente poco per venire etichettato. Poi è arrivato il conflitto Russo-Ucraino e si è dovuto scoperchiare il vaso.
Bisognava dunque giustificare:
la lunga storia di simpatie naziste in Ucraina, il Banderismo, i campi estivi nazionalisti per ragazzi, le gang squadriste ben tollerate che si sostituiscono alla polizia nelle città Ucraine, i cecchini che sparavano sui poliziotti durante Euromaidan, il Rogo di Odessa, il battaglione Azov,
i giornalisti dissidenti uccisi in Ucraina, le liste di proscrizione come Myrotvorets,
la "Lustracja" (ovvero la cacciata di migliaia di burocrati non graditi)
e, non da meno, la soppressione dei partiti politici e dei media di opposizione da parte del governo Zelensky.
E' nata dunque la figura del Nazista buono, che legge Kant.
Iniziano le scusanti da parte di molti verso Navalny: "In fondo il nazionalismo fa parte della cultura Russa" "A sinistra non c'è posto in Russia, quindi si ci deve mettere a destra per fare opposizione" "Ha cambiato idea dopo".
Ed è così che abbiamo visto marce con il Pd in prima fila a manifestare per un nazionalista che diceva che i Caucasici erano scarafaggi da sparare, che appoggiava l'annessione di Crimea e le guerre contro Ucraina e Georgia.
Se una personalità della destra Italiana avesse detto un decimo di quello che ha affermato Navalny e con un decimo della sua veemenza, sarebbe stato messo alla gogna mediatica.
Postilla: Navalny ha addolcito le sue posizioni in seguito, ma, guarda la coincidenza, quando sono arrivati i fondi occidentali e i nostri media hanno incominciato a tesserne le lodi.
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