Un leader controverso
Con la morte di Alexej Navalny in carcere, a soli 47 anni, dopo un avvelenamento avvenuto tempo addietro, si consolida l'immagine della Russia come quella di una feroce dittatura.
E' un dato di fatto che spesso e volentieri gli oppositori di Putin fanno una brutta fine. Vedi Progozhin, che comunque l'aveva fatta grossa, mettendo a rischio un intero assetto statale e portando il paese ad un passo da una guerra civile.
Vedi la Polytkovskaja, che era però invisa anche ai terroristi Ceceni.
Vedi Alexander Litvinienko.
Il solo fatto che dopo la morte di Navalny siano stati arrestati 200 manifestanti e che allo scoppio della guerra con Kiev ne siano stati messi in prigione altri 15000 ci dimostrano che in Russia non esiste una vera libertà di opinione.
E se non si tollera nemmeno il dissenso di un cittadino comune senza potere, è credibile che uno come Navalny, verosimilmente pagato da occidentali per creare una sia pur rabberciata opposizione a Putin, sia stato ucciso.
Sul fatto che la Russia non sia una democrazia, non ci sono dubbi.
Sul fatto che Navalny fosse un santo, un duro e puro che si batteva per la democrazia e che avesse le capacità per governare e per creare un sistema alternativo a Putin, i dubbi ci sono eccome.
Nazionalismo e odio razziale
In calce a questo articolo, vi lascio un mio precedente post su Navalny.
Navalny era a capo di gruppi neonazisti con tanto di simboli connessi ad essi, campagne contro gli immigrati in Russia, marce di protesta contro i Caucasici.
Li definì scarafaggi. Appoggiò la guerra condotta dalla Russia alla Georgia.
Fu in favore dall`annessione Russa della Crimea.
Il suo odio verso gli immigtrati portò Amnesty International per qualche tempo a ritirargli lo status di "prigioniero di coscienza".
E' stato condannato per frode ai danni della multinazionale francese di cosmetici Yves Rocher.
Tale azienda ha avuto un atteggiamento ondivago, prima accusandolo e poi ritirando le accuse mosse. Sta di fatto che la giustizia Russa lo ha ritenuto colpevole insieme a suo fratello Oleg.
Navalny, i suoi business e i suoi finanziamenti
Un discorso a parte lo meritano le donazioni e i business relativi all'attivista Russo.
Navalny gestiva ingenti somme di denaro provenienti dalle donazioni dei suoi supporters Russi ma anche dei suoi patroni occidentali, tra cui George Soros.
Su questo punto molto non è stato scritto e i media occidentali si sono guardati bene dal parlarne.
Navalny non poteva esercitare da avvocato per via delle sue condanne dovute a "manifestazioni non autorizzate".
Tuttavia aveva società offshore a Cipro, di cui sicuramente conosciamo la Glavodpiska, che aveva stretto accordi per la distribuzione dei prodotti Yves Rocher nella zona di Vladivostok. Non si tratta di piccoli business.
Da dove prendeva i soldi Navalny per fare tutto ciò? Quanti soldi delle donazioni venivano utilizzati effettivamente per scopi politici e quanti per altri propositi?
E' un discorso che si inquadra nella situazione politica internazionale: L'occidente ostile a Putin ben vedeva un leader di opposizione ed era ben lieto di supportarlo.
E' dunque facile credere che, oltre agli emolumenti già accertati provenienti da cittadini e da associazioni residenti all'estero, ve ne fossero altri ben più cospicui da istituzioni soggetti politici e governativi per renderlo forte.
Il punto è che quando si danno i soldi a qualcuno per supportare la sua politica si rischia di far forti anche le sue finanze personali.
Navalny come politico e come aspirante statista
Avrebbe fatto una sorta di corso di formazione a Yale per quattro mesi, nella stessa scuola politica dove sarebbe stato formato il Georgiano Sakashvili.
Non aveva in generale una valida preparazione politica ne' un vero programma di governo. Non veniva tantomeno da una formazione democratica.
Ha dimostrato tuttavia coraggio e capacità comunicative che facevano presa sui giovani.
Era piuttosto un blogger e un attivista dedito alle manifestazioni, ai rapporti con i media stranieri, alla raccolta fondi, all'inchiesta giornalistica freelance contro i poteri forti, con attacchi e accuse di corruzione a Medvedev, Prigozhin e a Putin stesso.
La morte di Navalny
Gli episodi di avvelenamento col Novichok e quello meno nocivo dello Zelionka, il liquido verde lanciatogli durante una manifestazione, erano ormai alle spalle dal punto di vista medico.
Se fonti a lui vicine denunciavano maltrattamenti e privazioni in carcere, quelle filorusse obiettano che ha utilizzato addirittura il telefonino e ha mandato messaggi politici.
Ad ogni modo anche secondo molte fonti occidentali sembra che Navalny stesse bene, almeno fino a pochi giorni fa.
Quanto alla morte, le fonti russe parlano di un malore improvviso mentre passeggiava nella prigione di Kharp e che i medici che lo hanno soccorso dopo sette minuti avrebbero cercato di rianimarlo per trenta minuti senza successo.
Conclusioni
In definitiva: Navalny è morto, in prigionia, in Siberia. Molto probabilmente la colpa di questa morte, a soli 47 anni, è dovuta a fattori violenti legati alla sua dissidenza.
Alexej Navalny era una persona coraggiosa e scomoda. Mostrava i beni e le ricchezze acquisiti dai potenti del suo paese alla cittadinanza e al mondo.
Non meritava di essere avvelenato, non meritava di morire qualche tempo dopo in carcere.
Non era però il santo nè l'alternativa democratica che alcuni media, disonestamente e in cattiva fede, riportano.
Esistono due Navalny: quello vero e quello degli slogan e delle frasi fatte dai leader dell'occidente, che volevano utilizzarlo per cacciare Putin, pensando di manipolarlo poi, essendo loro i suoi sponsor.
Del resto un certo estabilishment non si è mai fatto problemi nel mandare al potere Pinochet, Videla e i Banderisti quando gli faceva comodo, figuriamoci un referente nazionalista più soft, che a differenza dei succitati personaggi storici aveva molto meno appoggio dalla popolazione e nessun supporto dall'esercito e da ambienti politici, istituzionali, industriali e finanziari del proprio paese.
Gli avrebbero fatto indossare giacca e cravatta e lo avrebbero proposto come un leader soft alla Zelensky prima maniera, ma col gap di essere appoggiato praticamente solo da poteri esterni al paese e tale cosa difficilmente avrebbe potuto funzionare o essere corretta in seguito.
Ecco in allegato alcuni link:
https://andrearusso1979.blogspot.com/2023/09/chi-e-veramente-alexei-navalny.html
https://www.aljazeera.com/news/2021/2/24/amnesty-strips-navalny-of-prisoner-of-conscience-status
https://www.aljazeera.com/news/2021/5/7/amnesty-re-designates-russias-navalny-as-prisoner-of-conscience
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