venerdì 7 settembre 2018
Un caro saluto a Claudio Lolli
La musica di Claudio Lolli: impegno politico, bellezza, umanesimo: "Voglio fare qualcosa di importante ed essere ricordato dopo la mia esistenza"
Ci ha lasciati, pochi giorni fa, un uomo che ha fatto della coerenza e dell`impegno sociale la sua dimensione artistica.
Laureato in Lettere, professore di Liceo, negli anni `70 divenne un punto di riferimento per la generazione post 68ina e soprattutto per il movimento del`77.
Di lui voglio condividere un ricordo personale. Ascolto la sua musica da quando avevo 15 anni. Pur non condividendo le sue idee un po` estreme e di retroguardia, ho sempre avuto stima per la sua coerenza e per la sua cultura.
"Ho visto anche degli zingari felici", "Michel" e tanti altri brani hanno segnato momenti salienti della vita di un pubblico di nicchia ma comunque consistente.
Del resto Claudio Lolli ci si era messo d`impegno per rovinare i risultati delle vendite dei suoi dischi, anteponendo le idee al commercio,
Per ben due volte passò dalle grandi etichette ad altre indipendenti, cercando talvolta anche di abbassare il prezzo dei dischi.
Che Claudio Lolli non amasse il commercio e lo fece capire anche nel brano Borghesia del 1972. Aveva 22 anni, erano tempi di ribellione giovanile e citò il padre commerciante, indirettamente e non certo in maniera carina, nella canzone.
Scrisse libri di narrativa molto interessanti, come ad esempio "Nei sogni degli altri".
Ebbi l`occasione di intervistare Lolli il 19 Dicembre del 2009, prima di un piccolo concerto nella piccola sede di Via Gobetti dello scomparso Teatro Immediato, a Pescara. Fu molto gentile e disponibile nell`intervista, che durò abbastanza. Vale la pena citare una frase che mi rivelò: "Voglio fare qualcosa di importante nella vita, voglio essere ricordato dopo la mia morte".
Fu infastidito un po` da un paio di mie domande. Quando gli chiesi: "Erano meglio i giovani della tua generazione (voleva che gli dessi del tu) o di quella attuale?" mi ributtò la domanda indietro: "E tu cosa ne pensi?"
Erano anni in cui Berlusconi era al governo e in auge e quando poi gli rifilai la domanda con un chiaro sottinteso: "Ha ancora fiducia nelle masse"? sbottò un pochettino: "Ma lo sai che fai domande difficili? Beh... sì, ho ancora fiducia nelle masse, ma è chiaro che quelli che hanno votato Berlusconi non hanno capito un c...o."
Glissò anche su una domanda su Pescara: non volle dire che non gli piaceva, ma era chiaro dalla sua canzone "Adriatico" che quelle coste non gli erano congeniali.
(Guardalo l`Adriatico... come si muove piano...questo mare un po` antipatico e triste... che non promette viaggi... che... non ci porterà...mai lontano...che non ha più sorprese ma... soltanto coste ed isole già viste..").
Spiegò meglio la situazione durante il concerto, affiancato dal chitarrista Paolo Capodacqua: "Come dicevo prima parlando con l`amico (intendendo me) l`Adriatico non mi piace perchè quando avevo 17 anni e io leggevo Marx ed ero molto impegnato politicamente, i miei genitori volevano portarmi a forza a Rimini che era l`opposto di Bologna, ovvero la città del divertimento e del disimpegno".
Interessante fu anche il racconto, sempre durante il concerto, di come diventò professore di Liceo.
"Era la prima metà degli anni '80 e venni scritturato per un concerto in discoteca a Salerno. La musica era la mia unica fonte di sostentamento. Per la serata mi avrebbero dato 500 mila lire e io avevo bisogno di quei soldi. Arrivo in discoteca, tutti ballano la disco music, poi di colpo a mezzanotte si interrompe la musica.
Eccomi sul palco, con la mia chitarrina classica, a cantare canzoni impegnate, pessimiste talvolta e critiche. Il presentatore fà: ed ecco a voi il cantautore Claudio Lolli, cantautore impegnato.. et cetera et cetera. Dopo due minute che canto... il pubblico diventa ostile, succede di tutto.
Fu allora che decisi di diventare insegnante. Avevo la mia laurea in lettere e la tirai fuori dal cassetto. Volevo avere la libertà di decidere dove andare a suonare"
Altre fonti riportano di come il cantautore si sia divertito molto a stare con i ragazzi:
"Non è vero che oggi sono diventati superficiali, però bisogna ascoltarli e trattarli come esseri umani. Ci siamo fatti tante risate io e i miei alunni. La scuola è burocratica, suona la campanella che decide di colpo che la lezione deve terminare, senza flessibilità.
(...) In gita li accompagno i miei studenti, ma solo in quelle di giorno, perchè di notte dovrei stare a vigilare coloro che vanno in camera delle ragazze, la qual cosa potrebbe andare contro i miei principi. Forse potrei incoraggiarli, piuttosto".
Ai suoi studenti, a fine anni `80, Lolli dedicò la sua "Via col vento".
Al di là delle sue idee, Claudio Lolli ha lasciato ottima musica, con il repertorio che parte dallo stile acustico degli inizi, al raffinato e sobrio uso del sintetizzatore negli anni`80 al mix degli anni successivi.
Personalmente, invito i lettori ad ascoltare il suo repertorio, facilmente rintracciabile su internet o nei negozi di dischi.
Sono sicuro però che i quindicenni del 2018 che cercano musica e parole non superficiali prima o poi, come me ai tempi del Liceo, si imbatteranno in un cd o un video di questo artista poco glamour e ribelle nella sostanza anzichè nei modi, che ha prodotto bellezza.
Siate curiosi, perchè la curiosità salverà il mondo.
Grazie per questo pezzo Andrea,
RispondiEliminaun piacere ritrovarti dopo qualche anno.