martedì 10 febbraio 2015

Oggi è il "Giorno del ricordo": le testimonianze degli esuli

E' una celebrazione che stiamo riscoprendo poco a poco, quella del "Giorno del ricordo". Per cinquant'anni, in nome dei rapporti di buon vicinato con la Jugoslavia, una pagina importante della nostra storia non è stata raccontata dai media ne' rievocata dai politici. Grazie anche al crollo del "Muro di Berlino" vi è stata, con una accelerata verso la fine degli anni '90, la volontà delle nostre forze di centrodestra e centrosinistra di riportare alla luce verità storiche e torti subiti.

L'Istria fu per secoli contesa da popolazioni italiche e balcaniche e fu, ad esempio, posseduta per secoli dalla Repubblica di Venezia.

Per secoli popolazioni di lingua slava e italiana hanno convissuto in questo lembo di terra, tanto da confondersi e da non essere, in molti casi, distinte. In molti si proclamarono croati, sloveni o italiani solo in nome di un'appartenenza idealistica, più che etnica. Sotto il fascismo si assistette ad un processo di Italianizzazione del territorio istriano: venne imposta la lingua italiana e bandite quelle slave, vi fu una massiccia campagna di educazione alla cultura italiana nelle scuole, si cambiarono nomi e cognomi slavi con altri italiani.

Vennero messi a capo delle istituzioni locali degli italiani e rimossi gli slavi.

Dopo l'armistizio firmato dall'Italia nel 1943, le sue istituzioni ebbero un periodo di quasi totale dissolvimento.

Vi fu una occupazione tedesca e successivamente quella dei partigiani: Con la ricostituzione del nuovo stato Jugoslavo vennero destituiti ed uccisi coloro che ricoprivano le alte cariche governative, poi si colpirono i semplici impiegati pubblici di lingua italiana, poi ancora tutta la popolazione italiana, in un aumento esponenziale della barbarie.

Furono trecentomila gli esuli rifugiatisi in Italia e decine di migliaia i morti nei campi di concentramento jugoslavi e quelli uccisi e buttati nelle foibe, ovvero nei crepacci di origine carsica, spesso profondi centinaia di metri, che funsero da fosse comuni.

Proprio per le grandi proporzioni di questa tragedia post bellica e per il fatto che sia stata alquanto sottaciuta per decenni dalla nostra coscienza nazionale, sarebbe opportuno approfondire nelle scuole queste vicende, dove spesso tutto o quasi tutto il Novecento viene saltato a piè pari dai docenti.


2 commenti:

  1. Miranda Assandri01 marzo, 2015 00:06

    Salve signor Russo, come va?Ancora una volta lei mi aiuta a capire con leggerezza.Da tempo vivo un revisionismo radicale a volte doloroso ma sempre liberatorio , di cui fanno parte anche le foibe.A presto.

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  2. Salve, Miranda. E' un piacere risentirla. Purtroppo vi sono persone che preferiscono chiudersi il cervello e seguire una ideologia piuttosto che riflettere con la propria testa.Come c'è il negazionismo per la Shoah, ora c'è anche per le Foibe.

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