Nella foto: lo stadio Domenico Francioni di Latina
Il Delfino aveva salutato la fine del 2014 con molto ottimismo e con la splendida prestazione che lo aveva visto vincente a Livorno. La squadra viaggiava alla media di due punti a partita, Maniero e Melchiorri segnavano a ripetizione, il gruppo sembrava aver ritrovato fiducia nei propri mezzi e i giocatori spontaneamente avevano organizzato una cena di fine anno con le mogli, tutti insieme.
Nell'aria, quella sera, si respirava più amore, come nel jingle dell'Amaro Averna e si cantava in magica armonia, come nella sigla della Coca-cola.
Poi Maniero è stato venduto. Alla ripresa del campionato, il 2-4 con Il Trapani non ha fatto sentire la sua mancanza e i tifosi si sono illusi.
Poi, ancora, c'è stata la discesa agli inferi: 1-2 in casa con la Ternana, 0-0 contro un dimesso Bologna, 1-1 in casa col Cittadella acciuffato al 95' e infine la doppietta dell'ex Viviani a Latina, contro i modesti padroni di casa penultimi nel torneo cadetto.
Quello che fa indispettire i tifosi, al di là dei risultati, è il gioco farraginoso e monotono: squadra lunga e larga, passaggi laterali a cento all'ora, lanci alla rinfusa in avanti. Questo tipo di approccio alla gara una volta lo chiamavano "palla fa tu".
Il Pescara non ha mai dato l'impressione di far girare il pallone in modo fluido e convincente, tranne che in poche buone ma non esaltanti prestazioni verso la fine del 2014.
Vendere Maniero, il bomber del campionato assieme a Calaiò, è stato un errore. Pettinari, colui che dovrebbe sostituirlo e aprire spazi per Melchiorri al posto suo, non sembra alla sua altezza.
Partito "Pippo", anche Melchiorri si è inceppato.
L'allenatore Baroni continua a cambiare formazione, talora mettendo in panchina gente che sembra essere in forma come Pasquato.
C'è la netta impressione che il team adriatico stia rendendo meno del suo potenziale. Anche lo spettacolo ha la sua parte: se il gioco fosse un po' più estetico, almeno i tifosi, al di là del risultato, avrebbero più piacere nel venire allo stadio e non soffrirebbero di noia, oltre che di scoraggiamento.
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