Un po` di ordine: il concetto di sfiga
C`è un equivoco di fondo, quando si parla di sfigati e di sfiga.
Si tratta di un termine appartenente al linguaggio giovanile, che alcuni decenni fa non esisteva.
Letteralmente, il termine "sfigato" indica un individuo si sesso maschile a cui manca la disponibilità di una donna e che quindi, non è molto popolare agli occhi dei giovani viziati appartenenti all`era del benessere
Erroneamente si associa questa parola ai nerds, una categoria americana ben più specifica.
I nerds sono ragazzi poco propensi all`igiene, un po` stravaganti, spesso con occhiali vistosi, noncuranti della bellezza fisica. Si trastullano con videogames e fumetti e hanno come punto di riferimento personaggi di fantasia.
Anche se possono rientrare nella categoria degli sfigati, essi non li rappresentano tutti.
Nel senso più utilizzato del termine, uno sfigato è un perdente o più semplicemente uno sfortunato. Poco importa che egli si sia battuto nobilmente per degli ideali, che abbia aiutato i poveri o che abbia notevoli qualità di vario genere.
Se non ha raggiunto il successo materiale, ovvero potere, automobili, case, partners sessuali e soldi, è uno sfigato, un perdente, una persona di poco conto che talora è degna di essere disprezzata.
Gli inventori del termine sfiga: chi sono e come agiscono
Colui che coniò il termine sfigato (e i suoi seguaci fino ai giorni nostri) riteneva dunque che un ragazzo a cui il papà ha comprato tutto (auto, titoli di studio e magari anche il posto di lavoro) sia un figo, ovvero l`opposto dello sfigato. E` una persona di cui tenere buon conto, con cui andare in giro a bordo di una bella auto per farsi vedere e guadagnare punti di fronte alle giovani donne.
Questo modo di ragionare, inizialmente nato nel mondo dei giovani, è stato mutuato dagli adulti. I carrieristi, ad esempio, hanno adottato questa filosofia.
Il nostro costume contemporaneo ancora presenta ampie tracce dello spirito Yuppie. Per chi non lo sa ancora, gli Yuppies erano coloro che credevano di poter fare soldi facili nella congiuntura positiva degli anni `80 e anche dopo, fino a qualche anno fa.
Ora molti di loro pregano i politici in ginocchio per avere un posto da operatore ecologico.
Costoro sarebbero dunque, secondo la loro stessa mentalità, meglio di un povero che si è pagato gli studi universitari facendo il cameriere in un ristorante. Anche un bambino africano che muore di fame, seguendo questi ragionamenti, è uno sfigato. E` povero, non ha beni materiali, è sfortunato.
Il concetto di sfiga dunque non è accettabile come valore condiviso da una società sana, se si segue una analisi approfondita.
Esso non tiene conto infatti del valore intrinseco di una persona, delle sue qualità e di quello che può offrire agli altri, in termini di aiuto, di lavoro, di emozioni e di affetto.
Riabilitazione della sfigatella
Restando in ambito giovanile, compresi i giovani adulti e non solo gli adolescenti, è doverosa una riabilitazione di una categoria più specifica, che è quella delle ragazze sfigate.
Gli uomini, manco a dirlo, vanno dietro alle ragazze appariscenti, che si mettono in mostra nei locali e nella vita mondana.
Senza generalizzare troppo, però, io ho trovato poca gente con uno spessore umano, tra gli amanti degli ambienti notturni. Magari ce l`hanno, ma non lo utilizzano.
In generale diffido un po` delle persone troppo in vista.
Ho imparato ad esempio che una buona fetta delle ragazze che lavorano in negozi e bar sono scelte in base a criteri di bellezza e non di rado vengono istruite dai datori di lavoro ad essere seduttive con i clienti, con qualche sguardo o con un atteggiamento dolce.
Non è sempre cosi`, ma le giovincelle che lavorano dietro ad un bancone sono abbordate ogni giorno da diversi avventori e hanno la possibilità di stringere relazioni di vario genere.
Hanno, come dico io in gergo economico, "troppo mercato".
Per conquistare il loro cuore bisogna vincere una concorrenza spietata, e anche se poi si mettono con te, sono sottoposte ogni giorno a delle tentazioni. Magari sono anche delle brave ragazze, ma la carne è debole.
Se poi il tuo rapporto con una di loro è in una fase di leggera crisi, come capita a tutte le coppie, loro sanno che una o due persone almeno sono pronte ad entrare in campo e stanno facendo il riscaldamento. Bisbigliano: Mister, fammi giocare!
Ora, io non dico che bisogna scegliersi una "cozza", perchè come diceva la pubblicita` di Nino Manfredi: "Il caffè è un piacere, se non è buono che piacere è?"
Bisogna però fare le proprie valutazioni e sapere che dove c`è tanta concorrenza c`è tanto da lottare.
La ragazza sfigata non è sempre brutta.
Magari non cura troppo l`aspetto e con qualche ritocco può essere valorizzata. Magari ha il viso imbronciato e allontana le persone. Forse è immersa nei suoi pensieri. Forse ha le sue cose a cui badare.
Con la sfigata però si può andare oltre la superficialità.
C`è chi evita le donne che stanno a casa a fare l`uncinetto invece che andare nei locali il sabato.
Io ragiono al contrario: "Quella ragazza cucina bene, mi farà dei bei maglioni pronti per l`inverno e forse (non al 100% ma forse) è una persona su cui posso fare affidamento.
Voglio precisare che io non penso assolutamente di essere perfetto. I miei difetti sono tanti, provo ad essere buono, serio ed affidabile, ma non sempre ci riesco.
Qui però si tratta di scelte personali, di quelle che fai seguendo i tuoi gusti, la tua convenienza e le tue inclinazioni.
"Il mio mondo", sono solito ripetere ogni tanto, "devo costruirlo attorno a me, su mia misura"
Sostengo senza mezzi termini che la ragazza sfigata, epurata dalle comitive delle "vamp", delle persone "social" e dai pr, va valorizzata e tenuta nella giusta considerazione.
Le indaffarate e le carrieriste
"Sì che ho capito,
ti interessa più la scuola
e poi del resto chissà come sei brava,
ma scusa,
tra i vari interessi che hai,
dimmi che posto mi dai..."
"Non l`hai mica capito", Vasco Rossi
Il buon vecchio Vasco, di cui tra l`altro non sono un grande supporter, aveva centrato il punto.
Ci sono delle donne molto impegnate, che studiano, lavorano e fanno tante altre cose.
Si dividono tra le indaffarate e le carrieriste.
Le indaffarate sono quelle che semplicemente amano una vita intensa, con una agendina piena di piccoli impegni e devono portare a spasso il cane, fare la spesa, lavarsi i capelli, andare al corso di yoga o frequentare le lezioni di origami perchè fa trendy.
Tra una lezione di pilates e una di Ponzio Pilates, di voi che siete i loro ragazzi se ne lavano le mani.
Poi ci sono le carrieriste, persone molto determinate che a costo di grossi sacrifici si guadagnano un posto al sole nelle scale gerarchiche di aziende, pubbliche amministrazioni e ambiti lavorativi di vario genere.
Sono donne coraggiose, forti, che lottano per un obiettivo.
E` apprezzabile che una donna sia emancipata, che abbia il proprio lavoro e che si impegni a fondo in quello che fa.
La carrierista però, come tutte le ragazze molto impegnate, non fa al caso mio.
Per fare un esempio, Margaret Roberts Thatcher era una ragazza molto determinata; figlia di un droghiere e politico di una città di provincia, si laureò in chimica e con la sua competenza e il suo carisma scalò le gerarchie del potere britannico.
Divenne la prima donna Primo Ministro del suo paese, mettendo in riga diversi potenziali leaders di sesso maschile.
E` la storia di una brillante carriera, quale che sia la vostra opinione personale sulla Lady di Ferro.
Il marito che le dette il suo noto cognome, Denis Thatcher, era un farmacista. Aveva un lavoro anche lui ma non era così pieno di impegni.
Avrebbe voluto vedere sua moglie molto più spesso. Soffrì moltissimo il fatto che lei fosse continuamente impegnata in ambito politico.
Il figlio Mark, forse proprio perchè entrambi i genitori lavoravano molto e la madre era molto spesso assente, divenne uno spiantato. In passato è stato coinvolto in affari poco chiari e condannato per vicende relative a bande di mercenari e guerre scoppiate in Africa.
Si può obiettare che Denis Thatcher sapesse delle ambizioni di sua moglie prima ancora di sposarla: "Chi è causa del suo mal pianga sè stesso" o per restare in ambito britannico,
"Chi è causa del suo Mal pianga Shel Shapiro".
La sfigata è sostanza
Tornando al punto focale del discorso, mi va bene stare con una donna che abbia il proprio lavoro e i propri spazi, ma non voglio ne` una carrierista ne` una che si fa troppo i fatti suoi.
La donna di casa, la Nonna Papera della situazione, rappresenta la sostanza, l`arrosto con poco fumo che la pubblicità televisiva ideata dai creativi milanesi non ti fa vedere.
Alla faccia delle passerelle, dei gossip e dei pochi vip, e con buona pace dei tanti che imitano i personaggi famosi nel modo di vivere e nella mentalità.
Andrea Russo
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