domenica 2 marzo 2014
Avellino-Pescara 1-1
(Nella foto: il sorriso di Serse Cosmi a fine gara è eloquente. Il suo Pescara ha rischiato di capitolare, riscattandosi solo in extremis con la rete di Caprari)
Le due squadre, entrambe reduci da risultati negativi, prendono ossigeno
Un Avellino tosto scende in campo con determinazione contro un Pescara che regge il colpo.
In tono con il simbolo della squadra irpina, si può dire che il sabato dello stadio Partenio si connoti per un tempo da lupi: preceduta da una pioggia abbondante, la partita si svolge con un tempo freddo e un po' di nebbia.
Il campo è pesante e sembra di assistere ad un match tra squadre scozzesi.
Già nel primo tempo si intuisce il canovaccio della gara: il pallone non rotola, ma nonostante tutto i padroni di casa sembrano avere un leggero predominio.Gli ospiti hanno una difesa accorta e producono contropiedi insidiosi.
Al 10' ci prova Ciano dal limite, ma l'estremo difensore biancazzurro Pelizzoli blocca a terra. Il biancazzurro Sforzini offre un discreto lavoro di sponda per l'altra punta Maniero e gli altri compagni che si inseriscono in avanti e al 15' serve Bovo, che si invola verso la porta, ma giunto al limite dell'area viene atterrato da Peccarisi;
ci sarebbero il fallo e l'ammonizione, in un caso del genere, ma per l'arbitro Ciampi (molto modesto nella sua prestazione) lascia correre. Galabinov prova più volte a incunearsi all'interno dell'area avversaria, ma viene respinto e murato nei suoi tiri efficacemente dalla difesa. Il suo tentativo più significativo è il tiro, poco alto sopra la traversa, effettuato al 33'.
Al 57' Galabinov serve Ciano,che con un bel sinistro costringe Pelizzoli a deviare in calcio d'angolo. Al 58' Castaldo per poco non incorna su pallone spiovente; la difesa Pescarese pasticcia, rinviando quasi nella propria porta.
Al 74' Fabbro, subentrato in avvio di secondo tempo a Peccarisi, inzucca su calcio d'angolo dalla destra, trafiggendo Pelizzoli.
Il portiere del Delfino è colpevole almeno in parte dell'avvenuto, in quanto non esce dai pali lasciando l'avversario libero di inserirsi. Caprari, entrato a metà del secondo tempo, raddrizza la partita al 90': servito da Brugman in verticale, si trova a tu per tu col portiere Terracciano e lo supera.
Finisce 1-1, e il pareggio è tutto sommato giusto, anche se l'Avellino ha avuto un paio di occasioni nitide in più.
Le due squadre prendono un po' il respiro, visto che le uscite precedenti non erano state favorevoli per entrambe. Chi vede maggiormente il bicchiere mezzo pieno è sicuramente il Pescara: ha giocato fuori casa, contro un'avversaria che ha qualche punto in più in classifica e che si è battuto con grande impegno.
L'avvento di Serse Cosmi sulla panchina Adriatica lo rende utile per ora come un talismano. La mano del tecnico sul gioco non si può ancora vedere. E' anche vero però che l'atmosfera è cambiata e quel pizzico di sfortuna sempre presente si è dissolto tra i monti della Campania.
La trasferta nel centro-sud sembrava infatti un copione già scritto, col Pescara che cede come al solito nei minuti finali e accusa un calo fisico.
E' giunto invece un buon pareggio. Caprari, tornato alla base nel mercato di Gennaio, sembra iniziare a carburare: nella mezz'ora giocata ha tentato di servire i compagni e di creare scompiglio. Già prima del goal, pochi minuti addietro, c'era andato vicino inserendosi a due passi dal palo sinistro.
Il pareggio non è giunto per caso: sono note le doti di suggeritore di Brugman, mentre quelle da mattatore di Caprari sono altrettanto da tenere in considerazione. L'Avellino si conferma come matricola terribile.
Ciò che colpisce nella squadra di Rastelli è la personalità, e non è un caso che la squadra sia in zona play off, nonostante un calo nell'ultimo mese.
Andrea Russo
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