sabato 23 novembre 2013

Giù le mani dall'ispettore Derrick



Chi muore, non può difendersi. E' una frase che non ha timore di smentita, ed è anche un postulato corretto, nel caso della vicenda di Horst Tappert, il mitico ispettore Derrick.

Cos'è avvenuto? Semplicemente qualche mese fa un sociologo tedesco, Jorg Becker, a quattro anni dalla morte dell'attore suo connazionale, si è svegliato una mattina e ha detto: "Horst Tappert era un soldato riservista della Lutwaffe, i granatieri della contraerea". 

Praticamente si teneva pronto, come risorsa aggiuntiva, a sparare agli aerei nemici con dei cannoni di una squadra chiamata "testa di morto". Questa divisione faceva parte delle SS, la famosa polizia militare nazista.

La scoperta dell'acqua calda non dovrebbe fare impressione a nessuno, visto che tutti sapevano che Horst Tappert era stato in guerra ed era stato fatto prigioniero dai russi. Durante la prigionia aveva iniziato a fare teatro.

Cose vecchie, scontate. Eppure per cautelarsi da eventuali critiche, le tv di mezzo mondo hanno sospeso le repliche di Derrick, personaggio ancora oggi molto amato e seguito che ha portato la celebrità al compassato attore in questione.

Anche l'Italiana tv 2000, emittente religiosa, ha defenestrato l'amato poliziotto, di cui trasmetteva tra l'altro le prime bellissime puntate degli anni '70. Lo ha sostituito con " Happy Days", come se questo telefilm d'oltre oceano rappresentasse meglio la famiglia, entità da cui tv 2000 sembra essere ossessionata. Dunque, per questa emittente, dei ragazzi che pensano solo a pomiciare sono meglio dell'umano e comprensivo commissario.

Analizziamo poi il nazismo eventuale dell'ispettore  più amato della storia. Horst Tappert ha vissuto la sua giovinezza durante il nazismo, e quando fu chiamato alle armi, non poteva certo rifiutarsi. La maggioranza della popolazione, se voleva lavorare, doveva avere la tessera del partito di Hitler. 

Era una Germania  in cui erano quasi tutti nazisti. In Italia non funzionava diversamente: Indro Montanelli, Ignazio Silone, Giorgio Bocca, il filosofo Nicola Abbagnano, Dario Fo (che ora fa tanto l'antifascista), Giorgio Albertazzi e tantissime altre persone note collaboravano col regime di Mussolini.

A 19 anni Horst Tappert, ancora ragazzino, era arruolato con un rango molto basso e nella sua autobiografia "Io e Derrick" aveva spiegato molti anni dopo di essere stato parte della Wermacht e di essere stato impiegato soprattutto nelle ritirate. Anche se avesse voluto, non avrebbe potuto avere potere decisionale nelle angherie del partito nazista e delle SS.

E questo sarebbe uno scoop e\o una verità scomoda?

Guarda caso, la grande rivelazione è venuta fuori dopo che Horst Tappert è morto e non può difendersi.

Tappert nella sua vita ha dimostrato di essere una persona corretta e seria. Quando il figlio Gary ebbe problemi con la legge per debiti e la polizia lo cercava, gli mandò un messaggio televisivo invitandolo a costituirsi.

Non si getta fango su una persona in questa maniera. Ridateci l'ispettore Derrick, molti di noi non si sono ancora stancati di seguirlo in tv.

6 commenti:

  1. Ottimo commento che sottoscrivo parola per parola...VIVA DERRICK!!!

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  2. parole sante. Sono d'accordo con te su tutta la linea. Non riesco proprio a capire l'accanirsi contro il povero Tappert, pace all'anima sua. Dico solo che finalmente tv2000 ha ripreso a trasmettere le mitiche vecchie puntate di Derrick. Era ora. Che vergogna questa sospensione e per di più per mandare in onda Happy Days!!!

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  3. Sono l'autore della traduzione italiana del libro "Io e Derrick", che ha avuto poco successo per il disgraziatissimo e inutile marketing della casa editrice.
    Non credo che Tappert, in base a come descrive tutta la sua vita, avesse lo spirito per essere un nazista "arrabbiato" come le SS.
    Trovo molto plausibile invece la sua esperienza in guerra come la racconta nel libro.
    Solo una precisazione: non fu fatto prigioniero dai russi, ma dagli inglesi, che poi consegnarono il campo di prigionia agli americani.
    Gli americani, viste le condizioni disastrose del campo, decisero di liberare i prigionieri perché trovassero un po' di lavoro e sussistenza nelle fattorie vicine, private degli uomini dagli eventi della guerra. Lo racconta nei capitoli "Guerra: dalla palude al mattatorio", "Soldato nell'esercito dei fantasmi" e "alla deriva nell'Elba", pag. 18-24 dell'edizione italiana.

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  4. Salve Dario,

    La ringrazio per il suo commento.

    Potrebbe contattarmi sulla mia email? andrearusso1979@hotmail.it

    Vorrei chiederle alcune cose in merito al libro che ha tradotto.

    Andrea

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  5. Salve,

    ho letto della traduzione di un libro dal titolo "Io e Derrick" e sarei interessato ad avere qualche notizia in più in merito. Ho provato a lanciare una ricerca su google, ma non è emerso nulla.

    In attesa di leggervi, saluti.

    Nicola

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  6. Ciao Nicola,

    so che "Io e Derrick" è edito in Italia dalla Lindau, ma è difficile trovarlo.

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