venerdì 8 giugno 2012

Zeman, il vittimismo non paga

Assunto dalla Roma con un contratto milionario, l'allenatore Zdenek Zeman ha fatto le sue prime dichiarazioni. E mentre i vertici della società facevano sapere che la loro linea di comportamento non sarà quella di accusare gli arbitri, il tecnico è sembrato di parere opposto. "Non bisogna parlare di arbitri? Ma no, parliamone"


Una splendida promozione con il Pescara
Ogni allenatore merita di essere valutato con obiettività. Ebbene: possiamo dire che dopo una decina d'anni di flops, Zeman è tornato a conseguire un risultato di una certa rilevanza: una promozione dalla serie B alla A con il Pescara ed un primo posto nella cadetteria. Il Pescara di Zeman ha vinto e convinto.


Vittimismo
Il punto però è un altro: Zeman dà la colpa a Moggi dei suoi successi passati e delle sue mancate assunzioni presso squadre importanti. Eppure nell'epoca Moggiana ha allenato Stella Rossa di Belgrado e Fenerbahce, non proprio squadrette, con risultati disastrosi.


Quest'anno Moggi non c'era. Il Pescara ha collezionato molte vittorie, pochi pareggi e un discreto numero di sconfitte. Al termine delle partite perse, Zeman ha dato quasi sempre la colpa agli arbitri, non ai propri demeriti o a quelli della squadra.


Una volta Giacomo Casanova si trovava ospite del Principe Palatino a tavola. Vedendolo pensieroso, il Principe gli chiese: "Cosa ti affligge?"
"Ho avuto uno screzio con un nobile, per una donna,  e ora devo affrontarlo a duello. Cosa devo fare?" rispose il Veneziano
Il nobile allora gli disse: "In questo caso un uomo può fare molto o molto poco", che traslato voleva dire: o mostri un po' di codardia e tieni in salvo la pelle, oppure ti ricopri di gloria e affronti il tuo rivale.
 Scomparso Big Luciano, chi vuole allora il male di Zeman? Chi trama alle sue spalle? Zeman faccia i nomi, chiarisca il suo pensiero. C'è un complotto nei suoi confronti? Ritiene di essere scomodo per i politici del calcio? Faccia una volta per tutte una denuncia nei tribunali competenti, altrimenti le sue risulteranno solo provocazioni. Faccia nomi, cognomi di chi inquina il calcio. Tutti possono dire: c'è corruzione in giro. Troppo comodo. Zeman, novello Casanova, deve affrontare i suoi nemici a duello, dimostri di non avere paura e di fare molto, non molto poco con le semplici parole.Oppure stia zitto, e ammetta i propri errori: anche quelli bravi sbagliano.


Zeman e la stampa: amore e odio
Un altro atteggiamento va rilevato del Boemo: Quando deve lanciare i suoi strali, la stampa gli fa comodo, anche perchè fa girare il suo nome e contribuisce alla creazione della fama del santone onesto.
Quando invece non vuole dire niente, e i giornalisti gli chiedono informazioni,  la stampa "non fa bene il suo mestiere". L'atteggiamento di Zeman di tenere il piede in due staffe è testimoniato da questo video:


1 commento:

  1. Ma che strano, nessuno dei molti "zemaniani fin da bambini" commenta...
    Diciamoci la verità, Zeman sta al calcio come Travaglio sta al giornalismo. I personaggi come Zeman sono un male per il calcio; tecnicamente scarsi ed eticamente riprovevoli: furbetti che lanciano accuse sensazionali non avendo nulla di più che le chiacchiere da bar.

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