Alberto Saviano ha un grosso merito: quello di aver sfidato, tramite un suo recital a Casal di Principe, nel cuore della malavita organizzata, i boss camorristi che adesso lo vogliono morto e lo costringono a vivere sotto scorta. Saviano ha scritto libri, ha avuto anche un bell`incremento del suo conto in banca grazie ad essi ed al film "Gomorra", su questo non ci sarebbe nulla da eccepire.
Saviano usufruisce, suo malgrado, di una scorta. Chi e` che sovraintende alle risorse umane e materiali relative a quella scorta? Tale onorevole Roberto Maroni, ministro dell`Interno.
Risulta quantomeno curioso che il trentunenne campano, benche` Maroni faccia il suo dovere nel proteggerlo, non gli dica nemmeno grazie.
Possiamo capire come, da uomo del sud, non abbia in simpatia la lega. Resta da capire come si presti a fare indirettamente il gioco del centrosinistra, dove militano tanti ex democristiani che hanno fatto la rovina di Napoli e che in passato sono balzati agli onori delle cronache per collusioni con la camorra.
La sua militanza a sinistra appare evidente quando i giornali pubblicano la notizia di arresti di esponenti della camorra a Casal di Principe ( gli ennesimi, dopo centinaia di arresti negli ultimi mesi in tutta la Campania) e di pezzi grossi della Ndrangheta a Nord.
Era l`apice della popolarita` dell`attuale governo nella lotta alle mafie, e bisognava subito trovare un contrappeso negativo: ecco dunque la sparata di Saviano sul presunto silenzio della lega riguardo alle infiltrazioni mafiose al Nord.
E` per questo che Saviano secondo me si e` bruciato, in nome di una faziosita` da stadio che anima il confronto politico in Italia.
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