sabato 14 novembre 2009

Fondi statali per la cultura


Il fatto che ci siano i fondi statali in favore di rassegne, films, concerti, spettacoli teatrali e simili è una cosa positiva e ampiamente condivisibile.


Da alcuni anni però, gli artisti lamentano un taglio di questi fondi da parte del governo centrale. Artisti come Michele Placido, Mariangela Melato, Massimo Ranieri e tanti altri hanno espresso chiaramente il loro pensiero, denunciando la drammaticità di tale provvedimento.


Il discorso, a mio avviso, è un po' più complesso: premesso che non solo il governo centrale, ma anche le Regioni, le Provincie e i Comuni stanziano emolumenti per tali attività, bisognerebbe andare a vedere anche dove vanno a finire, nello specifico, questi soldi.


I finanziamenti sul cinema, ad esempio, hanno rappresentato il Bengodi per alcuni produttori, fino a qualche anno fa.
Lo stato dava loro milioni di euro, e loro cosa facevano? Intascavano i soldi, realizzavano il film, e poi non lo distribuivano nelle sale, per non rischiare quattrini propri.


Un provvedimento recente ha disposto che parte di quel denaro debba essere impiegato per la distribuzione.


Altro esempio: nella mia attività di giornalista ho visto denaro a fiumi confluire a favore di associazioni, circoli pseudo-culturali che in realtà erano solo dei pubs, iniziative artistiche locali di scarso spessore. Milioni e milioni di euro che in un ambito regionale gravano in maniera rilevante sul bilancio.


Dall'altra parte, ci sono nella mia città personaggi che si fregiano, non so quanto buon diritto, della nomea di intellettuali, eppure nessuno o quasi conosce nè i loro libri, nè le loro rappresentazioni teatrali, nè i loro films.

Li conoscono bene, invece, gli assessori e i consiglieri comunali con cui vanno a braccetto.


Se è giusto finanziare la cultura, è anche giusto fare una cernita:

1 Non si può certo dare soldi a tutti, nè far vivere gli artisti come parassiti dello stato.

Esistono anche finanziamenti degli sponsors. Molti imprenditori, ad esempio mettono cartelloni pubblicitari, birrerie, stands e chioschi nei luoghi dei concerti


2 Quando si tratta di manifestazioni artistiche non proprio di qualità, si può fare a meno di erogare fondi pubblici.


3 Mi fa specie che in tv vengano a protestare vecchie conoscenze del tubo catodico, gente piena di soldi, che critica il potere ma è schierata politicamente, che critica la tv ma vi compare, che critica i poteri forti del cinema e poi vi fa affari asseme, che critica il malcostume politico ma raccomanda il figlio o la figlia per il suo stesso mestiere di artista (e a volte, sinceramente, quei ragazzi non hanno proprio la stoffa).

4 Sarebbe bello invece elargire anche molti soldi in favore della cultura, ma per valorizzare quei giovani di talento che vedono le loro ali mozzate da un sistema di gestione dell'arte marcio e forse un po' criminale.

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