mercoledì 16 settembre 2009

La privatizzazione dell'acqua: alcune leggende metropolitane

Circola ormai da alcuni anni questa voce: il governo (lo si diceva anche nel corso delle due legislature precedenti) ha intenzione di privatizzare l'acqua.

Il rischio è quello di ritrovarsi in una situazione simile a quella di alcuni paesi centro e sud americani, in cui c'è un privato che si prevarica sull'altro nell'utilizzo dell'acqua, lasciandone una quantità insufficiente per le attività di irrigazione ed il consumo personale del resto della popolazione più debole.

L'iperbole mi sembra già evidente, ma iniziamo a smascherare questi miti, che lasciano sconcertati anche per la facilità con cui molti abboccano.

Il putiferio è scoppiato dopo il varo del decreto legge 112 del 2008, che ha subito una modifica più recente: potete consultare entrambi i documenti cliccando i links in calce a questo articolo.

Mi sembra doveroso, al di là del fatto che potete consultare voi stessi la legge in questione, esprimere alcune considerazioni.

Primo: privatizzare la gestione dell'acqua non vuol dire che diventa di proprietà dei privati. Rimane di fatto un bene pubblico. Cambia solo l'ente a cui si paga la bolletta e da cui si riceve il servizio.

Secondo: è pura invenzione, anche perchè nessuno ha la sfera di cristallo, dire che in Italia ci saranno prevaricazioni e che ci sarà chi non potrà fruire a sufficienza di un bene così primario.

Terzo: Quando si fanno delle privatizzazioni, in Italia, lo si fa sempre adottando delle regole, non in base alla legge della giungla. Queste regolamentazioni non sono affidate alla bontà del governo di turno,ma sono previste dalla stessa costituzione.

Quarto: il mio è un invito ulteriore, che fa seguito ad altri precedenti su questo blog, a verificare le fonti primarie, non le chiacchiere e le strumentalizzazioni.

Il decreto legge 112, pomo della discordia, è in realtà un documento di programmazione economica che riguarda vari settori dell'economia, tra cui anche quello delle risorse energetiche.

In esso sono contenute linee guida, indicazioni che hanno sì valore di legge, ma devono essere poi recepite dagli organi locali competenti, e devono essere seguite da un iter fatto di leggi recettive, di verifiche, di consulenze tecniche e tanto altro.

In sostanza, si tratta di indicazioni molto vaghe, e quindi molto dipende da come verrà, nei fatti, perseguita la strada della privatizzazione (nel campo energetico, in questo caso).

Quinto: già abbiamo assistito ad altre privatizzazioni, che sono state poi, a ben vedere, poco fedeli al loro nome.

E' rimasto molto nelle mani dello stato sia in campo dei gestori telefonici,che nel campo delle ferrovie, oltre che in altri settori chiave che si intendeva privatizzare.

Ecco dunque a voi il testo della legge e la sua modifica, affinchè si guardino meno dibattiti politici in tv, dove prevale la mera dialettica, e si dia meno sfogo alle voci di popolo (a dire il vero, di un piccola parte di esso).

http://www.camera.it/parlam/leggi/decreti/08112d.htm

http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article6502

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